Sanremo 2020: una competizione tra veterani e nuove leve

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Per chi ama la musica italiana martedì 4 febbraio sarà un giorno speciale. Ci aspettano cinque giorni intensi, durante i quali alcuni dei migliori artisti del panorama canoro nostrano si sfideranno interpretando i loro testi, accuratamente selezionati da Amadeus. Vedremo competere due diverse generazioni: musicisti veterani contro nuove leve.

Il mondo della musica in Italia si sta arricchendo sempre più di nuovi generi e talenti in grado di interpretarli. La sua evoluzione ha cominciato ad accelerare il passo grazie soprattutto ai talent, che non si spaventano a introdurre nuove proposte e a sperimentare.


La cosa migliore è che, tra una commistione e un’altra di  modi di cantare, di scrivere testi, di esprimere emozioni attraverso la melodia, abbiamo anche assistito, negli anni, alla creazione di cose nuove e mai sentite prima.

Ad arricchire la musica, da sempre, è la fiamma continuamente ardente dei generi cosiddetti “indi” (nel senso più stretto, ossia “indipendenti”). Nei confronti di questo universo, i talent show hanno fatto del bene, da un lato, e peccato, dall’altro.

Se infatti da una parte hanno fatto emergere le particolarità degli artisti indi, selezionando e mostrando al mondo i loro brani eccezionali, dall’altra ne hanno sfruttato tutto il potenziale, in maniera commerciale, fino a non lasciarne manco il midollo. Benefattori e carnefici, due facce della stessa medaglia.

Dopo Amici, X Factor e Italia’s Got Talent, che sono il trampolino di lancio, il secondo passo istituzionale per ascendere all’Olimpo della musica commerciale (podio ambito soltanto da noi italiani) è proprio il Festival di Sanremo, dove per l’ennesima volta si presenterà un campione di Maria De Filippi. Si chiama Alberto Urso, ha ventidue anni, viene da Messina e porterà una canzone dal titolo “Il sole a est”.

Altri volti nuovi, ma già molto noti, sono quelli di Anastasio (vincitore della dodicesima edizione di X Factor), la cantautrice Giordana Angi (compagna di classe di Urso alla diciottesima edizione di Amici), il rapper con una maschera anti-gas Junior Cally, Paolo Giannacci, I Pinguini tattici nucleari (affiatata band di ragazzi, nata a Bergamo dieci anni fa), Rancore e Riki (anch’egli un ex concorrente di Amici).

A fare da apripista a questi “novellini” ci saranno anche grandi della musica, che conoscono il palco dell’Ariston meglio delle loro tasche. Tra questi Tosca, Morgan, Marco Masini, Le Vibrazioni, Irene Grandi, Michele Zarrillo, Rita Pavone e Piero Pelù.

Una generazione intermedia si esibirà, facendosi valere contro i più grandi e i più piccoli: Elodie, Francesco Gabbani, Achille Lauro, Enrico Nigiotti, Diodato, Elettra Lamborghini, Levante e Raphael Gualazzi (arrivato secondo al Sanremo del 2014).

Come detto prima, a selezionare questi cantanti e cantautori è stato Amadeus, direttore artistico e presentatore della settantesima edizione. Amadeus, che ha una lunga carriera televisiva, sia come presentatore di quiz e talk show sia come conduttore di rassegne musicali (conserveremo sempre nel cuore il Festival Bar), aveva già partecipato ad altri Sanremo come membro della giuria. Se prima era stato un pezzo del cuore dell’Ariston, questa volta ne sarà il volto, oltre che la mente.

 La Rai ha scommesso su di lui, dopo il flop clamoroso di Baglioni, perché rappresenta un’epoca in cui gli italiani avevano un rapporto diverso con la musica: più leggero, sereno, sentimentale, appassionato, interessato. Un’epoca in cui un ragazzetto di nome Fiorello scopriva talenti come Elisa, per caso, in mezzo a una pubblica piazza piena di gente comune e tutta Italia si godeva estati colme di grandi successi e cantautori internazionali.

Mentre aspettiamo la programmazione dettagliata del Festival, nell’attesa che arrivi il 4 di febbraio, possiamo sederci comodamente sulla nostra poltrona e guardare gli show trasmessi stasera in tv.