Contratto di locazione commerciale, cosa cambia con il Covid

Foto di aymane jdidi da Pixabay

Una notizia diffusa da qualche giorno ha rinvigorito i commercianti che hanno un negozio, un ufficio o altro, in locazione: si parla di un credito di imposta per le locazioni commerciali legato all’emergenza sanitaria del Covid 19.
Le misure restrittive necessarie intraprese negli scorsi mesi hanno piegato l’economia nazionale, a farne le spese sono stati soprattutto i negozi e le attività commerciali con un crollo verticale. Nel novero degli interventi tesi a garantire un sostegno agli imprenditori, entra ora a far parte anche il credito di imposta per le locazioni commerciali. Di cosa si parla?

I contratti di locazione commerciale


Per l’ordinamento italiano i contratti di locazione commerciale sono locazioni ad usi differente rispetto a quello abitativo e riguardano quindi beni destinati ad esercizio di attività economiche, senza differenza alcuna tra lavoro autonomo e lavoro imprenditoriale.
Ad inquadrare a livello normativo questo contratto è la legge n.392 del 1978; il
modello di contratto di locazione commerciale può essere scaricato e compilato in tutti i casi in cui l’immobile in oggetto sia adibito ad attività commerciale, artigianale, professionale, alberghiera o turistica.

Questa tipologia di contratto era stata, di recente, già sottoposta a facilitazioni con riferimento alla possibilità di optare per la cedolare secca su contratti di locazione stipulati nel corso dell’anno 2019. Ora per cause di forza maggiore legate all’emergenza pandemia ed al lockdown che ha portato un calo generalizzato del giro di affari, la misura intrapresa parla di un credito di imposta riferito proprio alle locazioni commerciali.

Nuove agevolazioni sui contratti di locazione commerciale

Queste nuove agevolazioni contenute nel decreto Cura Italia in piena emergenza Coronavirus si riferiscono ad un credito di imposta pari al 60% dell’affitto pagato nei mesi di marzo, aprile e maggio per il locale commerciale. Il tutto sempre nell’ottica di contenere i danni economici causati dalla chiusura forzata.
L’agevolazione riguarda gli immobili rientranti nella categoria catastale C1, ovvero i locali commerciali, con l’esclusione di chi, facendo fede a quel decreto, non era stato obbligato a chiudere i battenti durante il periodo di quarantena.
Agevolazioni fiscali quindi in veste di credito di imposta con riferimento ai tre mesi più duri, quelli nei quali la gran parte delle attività ha dovuto mantenere la saracinesca abbassata. Il credito di imposta sui contratti di locazione commerciale sarà utilizzabile in fase di dichiarazione dei redditi, quindi al momento del pagamento delle tasse, o in alternativa potrà essere ceduto.