Foto di Renato Olimpio
Un colpo di pistola al collo, secondo quanto si apprende, a cagionare la morte di Luigi Magrino, il 56enne commerciante d’auto d’origini campane e residente a Formia ucciso lunedì mattina a Mondragone. Un delitto avvenuto nella stazione di servizio Agip Eni di via Domiziana, nel centro del comune campano, e per cui è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di omicidio volontario il 67enne mondragonese Giancarlo Pagliaro, imprenditore titolare di un mobilificio situato proprio accanto al luogo che ha fatto da sfondo al dramma.

Erano circa le 10, Pagliaro è stato fermato da un carabiniere fuori servizio. Dopo aver ucciso Magrino, avrebbe continuato ad infierire sul suo corpo col calcio della pistola, colpendolo alla testa. Ascoltato a caldo dal sostituto procuratore Stefania Pontillo, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha sostenuto di aver discusso con la vittima per questioni economiche. Un litigio degenerato, ha raccontato Pagliaro, quando Magrino avrebbe minacciato di morte i suoi figli. Sempre a detta dell’imprenditore arrestato, l’arma utilizzata sarebbe stata dello stesso Magrino. Una bocca di fuoco che ancora manca all’appello: sul posto, ne è stato rinvenuto il solo caricatore.
La salma di Magrino, noto alle forze dell’ordine per vicende legate ai reati di truffa ed estorsione, si trova all’Istituto di Medicina legale di Caserta, dove verrà sottoposta ad autopsia per cristallizzare in particolare la traiettoria del colpo risultato fatale, a quanto pare sparato dal basso verso l’alto.
Nel frattempo, a margine dell’omicidio, sta facendo parlare non poco il profilo Facebook della vittima, dove compaiono in bella vista le foto di diverse figure di spicco della criminalità, dal boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria all’ex Nar Massimo Carminati.