Atti persecutori e violenza di genere, siglato il protocollo “Themis”

La Polizia di Stato di Latina ha recentemente siglato un importante protocollo d’intesa, noto come “Themis“, in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale “La Scuola di Atene”, rappresentata da Gabriella Marano. Questo accordo, che prende il nome dalla dea greca della giustizia, è stato formalizzato ieri mattina con la firma del Questore di Latina, Fausto Vinci e di Marano. L’obiettivo principale del protocollo è la prevenzione delle forme di violenza, attraverso percorsi mirati dedicati alle persone che si rendono responsabili di maltrattamenti e abusi.

Il protocollo “Themis” si inserisce nel contesto di un più ampio programma europeo chiamato ENABLE. Questo progetto introduce un approccio innovativo che potenzia l’efficacia di strumenti amministrativi già esistenti, come l’Ammonimento del Questore. L’intesa mira a intercettare i comportamenti a rischio, soprattutto legati a reati di violenza domestica e stalking, e a fornire un supporto per migliorare la gestione delle emozioni. Si punta, in particolare, a intervenire tempestivamente, affinché chi ha commesso atti violenti possa fermarsi prima che la spirale della violenza degeneri.


Il cuore del protocollo è una stretta collaborazione tra la Questura di Latina e l’associazione coinvolta. Quando il Questore ammonisce una persona responsabile di comportamenti molesti, questa viene formalmente invitata a intraprendere un percorso gratuito di riflessione sulle proprie azioni. Tale percorso mira a sviluppare una consapevolezza sui motivi alla base di tali condotte, come la difficoltà nel controllo della rabbia, e a far comprendere il disvalore sociale delle proprie azioni.

Un ulteriore elemento innovativo è l’utilizzo dell’applicativo “Scudo” della Polizia di Stato, che permette di registrare gli interventi effettuati dalle Volanti in situazioni di conflitti domestici e violenza. Questo strumento evidenzia l’attenzione rivolta alla prevenzione della recidiva nei reati commessi da soggetti maltrattanti.

La filosofia alla base del protocollo si fonda sull’idea di non limitarsi alla repressione, ma di agire anche attraverso la rieducazione. L’obiettivo è indurre i responsabili di atti violenti a riconoscere la pericolosità delle proprie azioni e a non ripeterle. L’adesione al percorso offerto avviene su base volontaria e fornisce tutte le indicazioni necessarie per rivolgersi al centro di supporto.

Il progetto propone inoltre interventi specifici per i soggetti maltrattanti, spesso operanti in ambito domestico, grazie al contributo di esperti come criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori. Questi percorsi mirano a sensibilizzare gli individui rispetto al disvalore sociale dei loro gesti, favorendo un cambiamento duraturo nel loro comportamento.