Rispetto al passato, quando si accoglie un cane in casa si sa già che, con le giuste cure, potrà vivere più a lungo. Negli ultimi anni, la scienza ha fatto grandi passi avanti per quanto riguarda la risoluzione di diverse problematiche riguardanti i nostri migliori amici.
Abbiamo altresì assistito alla riscoperta di alcune discipline molto antiche che, praticate ormai da secoli e secoli, possono donare giovamento anche ai nostri amati pet.
In questo elenco è possibile includere senza dubbio l’agopuntura. Tecnica di cura che, come sicuramente sai, ha origine nell’antica Cina, dove era praticata già nel V secolo a.C., viene presa in considerazione nella cura di diverse patologie del cane.
Tra quelle più indicate è presente l’osteoartrite nel cane, una condizione che si contraddistingue per un sintomo su tutti: il dolore cronico.
Manifestazione che, in generale, è spesso bersaglio degli aghi utilizzati dall’agopuntore, nel caso del cane con osteoartrite richiede un intervento tempestivo.
Il dolore cronico, infatti, può indurre nell’animale modifiche comportamentali, con conseguenti problematiche relative alla sicurezza della famiglia.
Come funziona l’agopuntura per cani?
L’agopuntura per cani si basa sui medesimi principi a cui si fa riferimento quando si parla dell’essere umano.
Secondo i teorici di questa antica disciplina, il corpo dell’animale è percorso da un flusso di energia vitale tecnicamente noto come Qi. Quest’ultimo, oltre a pervadere gli organi, fluisce anche in canali noti come meridiani.
Nel momento in cui tutto ciò è all’insegna dell’equilibrio, si ha a che fare con una condizione di salute. In caso contrario, invece, si innesca una situazione all’insegna del malessere.
Un approccio olistico
Quando si parla dell’agopuntura per cani, è doveroso specificare che l’approccio adottato è di tipo olistico.
L’operatore, che deve essere un medico veterinario che ha seguito corsi specifici, tratta infatti l’animale nel suo complesso, andando oltre alla singola patologia.
Il lavoro sui meridiani, infatti, permette anche di rafforzare il corpo dell’animale.
Gli step del trattamento
Entrando nel vivo degli step del trattamento, ricordiamo che la singola seduta inizia con una visita, nel corso della quale l’operatore procede innanzitutto all’osservazione della lingua, procedendo successivamente con la palpazione di diversi punti del corpo.
Prevista è anche la raccolta di informazioni anamnestiche relative ad aspetti come il comportamento e il rapporto con il padrone.
Successivamente, entra in gioco il trattamento vero e proprio.
In alcuni casi, ci si può aspettare il palesarsi di effetti positivi già dopo 30-40 minuti dall’applicazione degli aghi.
Ai fini del raggiungimento di quest’obiettivo conta tantissimo anche l’ambiente in cui viene effettuato il trattamento, che deve essere all’insegna della tranquillità.
A questo punto, non rimane che chiedersi quanti trattamenti siano necessari.
Non è possibile dare una risposta scritta sulla pietra. Ogni cane è unico ed è necessario, alla base di tutto, avere un piano di trattamento individuale e personalizzato.
Quali aghi si utilizzano?
Come appena accennato, il trattamento di agopuntura al cane è altamente personalizzato. Ciò vuol dire che l’operatore può usare sia aghi specifici cinesi metallici, caratterizzati da svariate lunghezze, sia aghi per iniezione.
Questi ultimi vengono impiegati per inoculare nell’agopunto, ossia la zona del corpo dell’animale che viene scelta per l’applicazione dell’ago, dei rimedi di tipo omeopatico o del materiale ematico.
Nei due casi appena menzionati si parla precisamente di idroagopuntura e di emoagopuntura.
Gli aghi, ribadiamo, si applicano a livello degli agopunti. Questi ultimi hanno una caratteristica specifica, ossia una resistenza elettrica di basso livello.
Inoltre, sono contraddistinti dalla presenza di un ampio numero di terminazioni nervose libere e di fasci nervosi.
Applicando gli aghi in questi punti, si va ad agire direttamente sul sistema nervoso centrale, con conseguenze positive sotto diversi aspetti, tra cui il già citato controllo del dolore (anche nei casi in cui è stata formulata una diagnosi di dolore cronico).