Il dropshipping è attualmente una delle modalità di e-commerce più popolari, grazie a dei vantaggi obiettivi, tra cui la possibilità di aprire un’attività online a rischi e costi contenuti. Ciò non significa che si debba prendere il dropshipping alla leggera: come ogni attività commerciale, digitale o fisica, un e-commerce in drop ship richiede un’attenta fase di pianificazione, nonché una buona conoscenza del mercato e degli obblighi fiscali.
Cosa si intende per Dropshipping
Iniziamo dalle basi. Il dropshipping è un modello di business in cui il venditore non tiene fisicamente i prodotti in magazzino. Ciò significa che nel momento in cui un cliente effettua un ordine dallo shop virtuale, il venditore lo trasmette al fornitore che si si occupa a sua volta della spedizione del prodotto.
Con il dropshipping in sostanza il venditore si occupa di gestire l’e-commerce ma rimane di fatto un semplice intermediario tra cliente e fornitore.
Requisiti fiscali: serve la partita IVA?
Quando ci si interessa al drop ship ci si chiede spesso se è possibile aprire un negozio online senza partita IVA. La risposta è che dipende dalla situazione. La legge dice infatti che in Italia, per avviare un qualsiasi e-commerce che abbia carattere professionale e continuativo, bisogna aprire la partita IVA. Lo stesso vale per quelle attività che superano un fatturato di 5.000 euro all’anno.
Viceversa, la partita IVA non è necessaria se l’e-commerce si attesta sotto tale soglia di reddito o se consiste in un’attività saltuaria e amatoriale. L’apertura di una partita IVA comporta comunque diversi obblighi, come quello di emissione delle fatture al fine della dichiarazione dei redditi.
Dropshipping e-commerce: vantaggi e svantaggi
Il dropshipping è una modalità di commercio elettronico che presenta alcuni punti di forza tra cui:
- Investimento iniziale ridotto: i costi di avviamento sono bassi, in quanto non serve acquistare merce o materiali per iniziare;
- Minore rischio finanziario: non avere merce significa non rischiare di avere degli invenduti o di dover pagare per rimanenze di magazzino;
- Maggiore flessibilità: l’assenza di un magazzino facilita la gestione dell’attività, che può essere svolta completamente da remoto;
- Ampia offerta: un e-commerce in drop ship può offrire una vasta gamma di prodotti senza bisogno di preoccuparsi dello stoccaggio;
- Scalabilità facilitata: l’attività può facilmente ingrandirsi o rimpicciolirsi a seconda del volume di affari, senza doversi preoccupare dei locali fisici;
Le peculiarità del dropshipping si traducono però anche in importanti svantaggi tra cui:
- Profitto ridotto: buona parte del guadagno va infatti al fornitore;
- Dipendenza dai fornitori: fattori come qualità del prodotto e della spedizione dipendono direttamente dai fornitori finali, i quali possono influenzare negativamente la reputazione dell’attività;
- Problemi di inventario: la disponibilità dei prodotti e la gestione dell’inventario dipendono in buon parte dai fornitori;
- Gestione dei resi e supporto post-vendita macchinosi: questi aspetti sono più complicati in quanto coinvolgono più parti rispetto a un e-commerce tradizionale;
- Elevato numero di competitor: a causa del basso investimento iniziale, il settore si è saturato ed emergere può essere difficile.
Concludendo, il dropshipping può rivelarsi un’ottima opzione per chi desidera aprire un ecommerce. È tuttavia fondamentale valutare sia i pro che i contro perché non sempre si tratta della soluzione più vantaggiosa.