“Se non è un triste primato poco ci manca”, dice l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, legale dell’interessato. “Un calvario giudiziario senza fine per un militare del Golfo, padre di due bambini, che non si rassegna all’idea di perdere i propri figli in seguito ad una separazione turbolenta”.
Una separazione nella quale l’uomo, ricostruisce il difensore, “si è addirittura visto colpire da ripetute e false denunce con il solo scopo di allontanarlo dai propri figli, grazie all’utilizzo indebito del ‘codice rosso’ e all’emissione di provvedimenti giudiziari fondati su racconti artefatti e finalizzati ad impedire all’uomo di poter vedere i propri figli. E così il gip di Cassino, anche questa volta, dopo aver interrogato l’uomo e aver valutato tutti i documenti prodotti dalla difesa, tra cui inquietanti video social di ingiurie e intimidazioni della donna, ha revocato all’uomo il divieto di avvicinamento e l’applicazione del braccialetto elettronico”.
“Questa volta – ha commentato Cardillo Cupo – ci auguriamo che la Procura della Repubblica intervenga in maniera energica, anche con l’interessamento dei servizi sociali, a tutela dei minori, del papà dei piccoli oltre che di tutte le donne davvero vittime di maltrattamenti, affinché si ponga fine a una strumentalizzazione continua dell’autorità giudiziaria per meri fini egoistici e personali”.