Agguato in Congo, 6 ergastoli per la morte del carabiniere pontino e dell’ambasciatore

L'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci

Un tribunale congolese ha condannato all’ergastolo le sei persone del posto accusate dell’agguato che il 22 febbraio del 2021 costò la vita all’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, al carabiniere di Priverno Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo.

Per gli imputati – 5 alla sbarra e uno, considerato il capobanda, ancora latitante – la procura militare di Kinshasa aveva chiesto la pena di morte. Sono accusati di omicidio, associazione a delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra.


Durante il processo i sei sono stati descritti come elementi di un gruppo criminale dedito alle rapine in strada, intenzionato a rapire l’ambasciatore per poi chiedere un riscatto. Ma qualcosa andò male, fino a una carneficina.

“La pubblica accusa aveva chiesto la pena di morte anche se da 20 anni nella Rdc vige una moratoria di fatto che vede commutare le sentenze capitali in ergastolo”, riporta l’Ansa. “La difesa aveva chiesto invece un’assoluzione per non aver commesso il fatto o almeno per dubbi sulla responsabilità degli accusati”.

Questi ultimi, arrestati lo scorso gennaio, dopo aver fornito iniziali ammissioni si erano dichiarati innocenti, sostenendo di essere stati spinti a confessare con la violenza, circostanza negata dall’accusa. “L’Italia, quale parte civile e Paese fortemente contrario alle esecuzioni, aveva chiesto che venisse inflitta direttamente una giusta pena detentiva. La sentenza è appellabile”, sottolinea ancora l’Ansa.

Il 43enne Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Milambo erano stati feriti a morte da colpi di arma da fuoco in un’imboscata tesa da criminali a un convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) con cui viaggiava nella provincia di Kivu Nord, area ad alto rischio da tre decenni per la presenza di decine di milizie.