Nell’ultimo trimestre dello scorso anno si registra una crescita delle vendite all’estero del Made in Italy: più ampia per il Nord-ovest, che segna un aumento dell’export pari al 3,2%, seguito dal Nord-est, il Sud e le Isole (pari al +1,1%) e il Centro (+0,8%). È quando emerge dall’ultima recensione dell’Istat, che ha raccolto i dati sulle vendite all’estero delle imprese e diffuso le opinioni degli analisti sullo stato di salute dell’imprenditoria italiana.
La recensione evidenzia inoltre la crescita su base annua delle esportazioni di prodotti e servizi italiani nei principali mercati stranieri, che segnano delle variazioni più marcate per le Isole (+58%), il Centro (+23,4%) e il Nord-ovest (+19,6%). Le opinioni riportate nella recensione sembrano confermare i commenti degli esperti sui principali mercati di sbocco del Made in Italy. A riguardo Co.Mark, la nota azienda di consulenza per lo sviluppo del business internazionale, identifica i principali paesi destinatari dei beni e dei servizi del Belpaese: gli Stati Uniti, tra i mercati più dinamici, seguiti dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna e dal Belgio.
Le performance ottenute dalle aziende italiane, spiega l’Istat nei suoi commenti, sono state condizionate dal rialzo dei prezzi delle materie prime e dai risultati raggiunti dalle imprese operanti in alcuni comparti merceologici. Sono un esempio l’industria della raffinazione, che ha trainato le esportazioni delle Isole, le performance ottenute dal comparto farmaceutico del Centro Italia e la vendita dei prodotti agroalimentari, in grado di dare un forte impulso allo sviluppo delle aziende del Sud.
I commenti riportati nella recensione sottolineano i paesi stranieri che contribuiscono maggiormente allo sviluppo dei business regionali. Tra i maggiori fattori di crescita si segnalano le esportazioni della Lombardia verso gli Stati Uniti (+37%) e la Svizzera (+31,9%), delle Marche verso il Belgio (+345,5%) e le vendite all’estero dei prodotti dell’Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti (+31,2%). Le opinioni degli esperti riportano inoltre i dati dei flussi commerciali esteri su base provinciale, in cui si registrano performance positive per quasi tutte le provincie italiane, tra cui quelle di Milano, Bergamo, Brescia, Torino, Cagliari e Firenze.
Le statistiche delle esportazioni dei beni e dei servizi regionali evidenziano i risultati ottenuti dal comparto agroalimentare, in cui spiccano le vendite all’estero del vino italiano. Le opinioni degli analisti fanno infatti emergere il record raggiunto dai prodotti vitivinicoli Made in Italy, che sfiorano il traguardo degli 8 miliardi di euro di fatturato estero e chiudono il bilancio dello scorso anno con un incremento del 9.8%. Le esportazioni vinicole italiane, ribadisce Comark nelle sue recensioni, sono aumentate negli ultimi dieci anni con un tasso di crescita sostenuto, in grado di colmare il gap con i principali competitors internazionali: questo grazie anche alla diversificazione della produzione, che ha ampliato la sua offerta nei principali mercati stranieri.
A ciò si aggiungono, ribadisce CoMark nei suoi commenti, le strategie per la digitalizzazione delle imprese incentivate dai fondi messi a disposizione dal PNRR, che hanno avuto un impatto fortemente positivo sullo sviluppo dei business locali, favorendo l’incremento della produttività ed una netta riduzione degli sprechi. Non a caso, sottolineano i commenti degli esperti, le imprese digitalizzate riscontrano mediamente una crescita dei profitti fino al 28%.
Le opinioni degli analisti consentono di guardare al futuro con ottimismo: le pmi italiane hanno ora la possibilità di consolidare questo trend di crescita e di sviluppare i propri business nei mercati oltreconfine utilizzando i nuovi strumenti di marketing digitale e i fondi previsti dal PNRR.