Progetti rimandati e sogni da coltivare, l’incontro con gli studenti di Fondi

Nella giornata di ieri,  17 febbraio,  con il fotografo Tommaso Ausili e con Valentina  Notarberardino  che, da esperta del settore, ha fatto da moderatrice,  si è parlato degli adolescenti e del loro mondo, e di come nel periodo del lockdown sogni progetti percorsi siano stati sospesi e rimandati a data da destinarsi.

Valentina Notarberardino è ufficio stampa della casa editrice e agenzia fotografica Contrasto, punto di riferimento per il fotogiornalismo in Italia, che da 30 anni rappresenta alcuni dei migliori fotografi e fotoreporter italiani ed esteri, oltre a diverse agenzie internazionali come la Magnum.


Tommaso Ausili è fotografo e video maker rappresentato proprio dall’agenzia Contrasto. Alcuni dei suoi lavori  hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Nel 2010 il suo reportage “The ridden death” (la morte nascosta) gli è valso un World press photo Award.

Noi invece abbiamo iniziato a conoscerlo in questi giorni, attraverso le fotografie del suo progetto “Adolescenza sospesa”. Le fotografie di quei ragazzi ripresi all’interno delle loro stanze nel periodo del lockdown ci hanno colpito moltissimo. Osservandole abbiamo avuto quasi l’impressione che qualcuno avesse spiato ciò su cui stiamo riflettendo da Ottobre.

Tutto è iniziato da Petrarca,  dal suo sonetto “O cameretta che già fosti un porto”(234). Da quel momento la riflessione autobiografica è stata guidata da questo fil rouge che sottolinea come spesso non sono i luoghi o le persone a cambiare attorno a noi, ma sono i nostri occhi, la nostra percezione.

E il cambiamento è condizione vitale soprattutto in una fase come quella dell’adolescenza. In questa fase inizia quel processo di distacco dalle figure adulte di riferimento (genitori, zii, nonni, insegnanti) e attraverso il confronto con il gruppo dei pari, l’adolescente inizia a definire la propria personalità, a percepirsi come individuo separato e indipendente dall’adulto.

Con il lockdown tutto questo è stato sospeso. E la ripresa non è stata un semplice ricominciare da dove ci eravamo fermati. I ragazzi hanno scritto, hanno provato a dare un nome a sensazioni e vissuti che non sono facilmente decifrabili, perché sono nuovi per loro  e anche per noi adulti che dovremmo guidarli in questo viaggio introspettivo, perché noi quel disagio profondo lo abbiamo vissuto solo di riflesso.

Queste fotografie ci aiutano ad aggiungere un tassello a questa riflessione che ha bisogno di parole, di immagini e di tutto ciò che abbia il potere di comunicare. Perché siamo convinti che nella comunicazione troveremo la strada per ricominciare.

Un ringraziamento alle professoresse Alessia Pesiri e Maria Pia Conte che hanno guidato e accompagnato in questo importante e significativo viaggio introspettivo.