Integrazione “negata” a un’alunna disabile, il Tar dà ragione alla madre

Il Tar di Latina

Una sorta di cortocircuito burocratico diventato discriminazione. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione distaccata di Latina, ha accolto il ricorso presentato dalla madre di una minorenne con grave disabilità frequentante l’istituto Fermi-Filangieri, bacchettando il Comune di Formia sul piano della piena integrazione dell’alunna nel contesto scolastico e socio-assistenziale in cui è inserita.

In sostanza, attraverso gli avvocati Gianfranco de Robertis ed Ettore Nesi, la madre (e caregiver) della studentessa chiedeva la sospensione e l’annullamento del Progetto individuale di vita e del Piano educativo individualizzato, predisposti dal Comune in maniera unilaterale e che non avrebbero garantito la necessaria assistenza alla minore, partendo da una serie di carenze relative ai percorsi terapeutico-assistenziali e ad interventi affini, per arrivare al trasporto scolastico gratuito negato.


Un quadro che ha dato vita a un estenuante braccio di ferro finito davanti al Tar, che nei giorni scorsi ha emesso un’ordinanza in cui ha appunto accolto la richiesta di sospensiva cautelare avanzata dalla ricorrente, condannando il Comune al pagamento di mille euro di spese. I giudici amministrativi hanno ordinato al Comune di “riesaminare, con la massima sollecitudine, la posizione della ricorrente alla luce degli elementi da essa posti a fondamento del ricorso, al fine di integrare il progetto individuale di vita – e, a cascata, il piano educativo individualizzato, che del primo è parte – con le misure occorrenti alla piena integrazione dell’alunna nel contesto scolastico e socio assistenziale in cui è inserita”.