Via libera alla rimozione di una piscina realizzata abusivamente in una zona sottoposta a vincolo archeologico a Minturno, in via Virilassi.
Rigettato dal Tar del Lazio il ricorso del proprietario del manufatto.
Il caso era emerso in occasione di un sopralluogo, effettuato il 24 febbraio 2010, da parte del personale della Soprintendenza per i beni archeologici per il Lazio, volto all’accertamento della consistenza di alcuni lavori sul terreno di proprietà del ricorrente, che avevano interessato una struttura archeologica di epoca romana lì presente.
Per i giudici, la Soprintendenza, “nell’esercizio della sua discrezionalità tecnica e all’esito del sopralluogo attestato dalla nota del 26 aprile 2020, ha ritenuto del tutto inutile, di fronte ad un’opera ben definita e individuata (la piscina), situata nelle vicinanze ma non immediatamente interferente con l’anfiteatro romano, procedere all’immediata rimozione di essa, non valutando necessari particolari approfondimenti tecnici ante opera.
Ciò per l’assorbente ragione che soltanto a seguito della rimozione del manufatto (e non prima), nella valutazione del Sovrintendente, sarebbe stato poi possibile verificare eventuali danneggiamenti a strutture archeologiche sottostanti”.