Come pagare meno tasse in una società: regole da tenere a mente

Uno degli argomenti più discussi nei forum e nei blog del mondo del lavoro negli ultimi mesi  – vuoi per i risvolti post-pandemici, il susseguirsi dei conflitto Ucraino e l’inflazione che ogni trimestre chiude in doppia cifra al rialzo – ruota attorno al come pagare meno tasse in una società o da autonomo. È purtroppo ampiamente risaputo che il nostro paese non rientra tra i principali contesti economici favorevoli a fare impresa, causa principalmente di due fattori congiunti. Il primo è la pressione fiscale (tra le più elevate a livello europeo). La seconda, sebbene meno diretta ma comunque penalizzante, è la cronica instabilità politica degli ultimi 20/30 anni. 

 


In determinate situazioni, la pressione fiscale può arrivare a toccare picchi che superano il 40% dell’utile ed unita all’attuale rincaro dei costi fissi, innesca un meccanismo perverso tale che riuscire a sopravvivere e generare profitti per un’impresa diventi quasi impossibile. Ecco perché focalizzarsi su come pagare meno tasse in una società (o una micro-società nell’ottica dei lavoratori autonomi) sia oggi uno degli argomenti più gettonati sulle tastiere italiane.

 

Ciò produce un duplice effetto: da un lato scoraggia e disincentiva gli investitori stranieri che preferiscono paesi con tassazioni più favorevoli. Dall’altro spinge spesso gli imprenditori nazionali a delocalizzare parte (…o quasi del tutto) la propria attività in paesi esteri. Secondo alcuni studi di settore infatti, le società italiane che scelgono di costituire filiali off-shore in paesi con regimi fiscali meno opprimenti e più sostenibili (come ad esempio la Romania, l’Ungheria, il Portogallo e la vicina Svizzera) stanno progressivamente aumentando anno per anno. 

 

Sin dal dopoguerra, la Svizzera è sempre stata un’opzione favorevole per molte imprese del nord Italia, opportunità che è andata sempre più rafforzandosi con la fine dello scorso millennio ed i venti di crisi di quello nuovo. Oggi rappresenta un Hub importante e principale di molte aziende italiane che hanno aperto una succursale dislocando parte delle loro attività imprenditoriali. Ciò ci fa comprendere come sia di cruciale importanza per tutti gli imprenditori  – indipendentemente dalla loro esperienza  – essere a conoscenza di tutte quelle strategie che permettano di pagare meno tasse in una società

 

Affidarsi alle informazioni in rete è sicuramente un buon inizio, ma non una strada autonoma da percorrere. In un quadro complesso, dove ogni azienda rappresenta un contesto unico ed i relativi aspetti legali e societari non sono semplici, la consulenza dedicata è uno scalino fondamentale. Una delle professionalità italiane più affermate in questo campo è SixteGroup, realtà multidisciplinare che offre servizi dedicati per lo sviluppo delle imprese sia entro le mura nazionali, che al di fuori di esse. SixteGroup ha sede nella zona di Torino ed è in grado di fornire consulenze fiscali a 360° sia ad imprenditori esperti che alle prime armi. All’interno del suo blog, ha un articolo dedicato che spiega in modo generale ma concreto quali siano le leve e le variabili principali su come pagare meno tasse, rimandando e consigliando comunque una consulenza dedicata specifica. 

 

In Italia le società sono raccolte in tre tipologie giuridiche: le Società di capitali, le Società di persone e la Ditta individuale (o P.IVA). Ognuna ha costi, gestione e caratteristiche differenti dalle altre, permettendo di potersi meglio adattare ai diversi tipi di attività ed esigenze imprenditoriali. Fin da principio, la scelta della corretta tipologia di società è il primo passo cruciale per non incappare in future tassazioni eccessive che ne precludano la stessa esistenza. Vediamole nello specifico.

 

Società di capitali

Le società di capitali sono rappresentate dalle Società per azioni (SPA) e dalle Società a responsabilità limitata (SRL), con quest’ultima che risulta tra le forme maggiormente utilizzate dagli imprenditori nel nostro paese. Sono soggette a diversi tipi di imposte, alcune delle quali ricadono sull’utile societario e quindi direttamente sulla società ed altre sui soci. Ricordiamo in questo scenario l’IRES (Imposta sul reddito delle società) con un’aliquota del 24%, l’IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) con un aliquota che varia a seconda della regione e dell’attività colpiscono direttamente la società, al contrario dell’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) che ricade sul socio. Sempre a carico della società troviamo i contributi INPS – la cui aliquota varia a seconda del fatturato, dell’attività e dalla presenza di soci non lavoratori – ed una ritenuta del 26% circa su di un eventuale utile distribuito ai soci.

 

Società di persone

Tra le società di persone invece, rientrano le Società in accomandita (SAS) e le Società a nome collettivo (SNC). Anche per loro vi sono alcuni tipi imposte che colpiscono la società ed altre invece i soci. A differenza delle Società di capitali non è presente l’IRES poiché le Società di persone operano in regime di trasparenza fiscale e perciò il reddito di impresa viene attributo ai soci e non alla azienda andando poi a ricadere sotto le aliquote IRPEF cui sono sottoposti. Qualora la società volesse evitare questo tipo di tassazione può decidere di aderire al regime di tassazione separata IRI (Imposta sul reddito di impresa), la quale fa si che il reddito di impresa non venga assoggettato alle aliquote IRPEF ma ad una aliquota agevolata unica del 24%.

 

L’IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) la cui aliquota varia a seconda della regione e del tipo di attività è anche questo caso a carico della società cosi come i contributi INPS (aliquota del 24% a socio e in base all’utile societario ed alla attività).

I soci invece sono assoggettati all’Irpef, un’imposta progressiva per scaglioni, legata all’utile pro quota e ad eventuali ulteriori redditi.

 

Ditta individuale

L’ultima tipologia giuridica è la Ditta Individuale che assieme alla SRL rappresenta una delle forme più utilizzate in Italia. Le ditte individuali sono soggette ad imposte che colpiscono direttamente l’imprenditore, ovvero: l’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) con aliquote progressive da 23% al 43% a seconda dell’utile, l’IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) con un’aliquota che varia a seconda della regione e dell’attività e l’IVA (imposta sul valore aggiunto) che va inserita in ogni fattura. Oltre a queste a carico dell’imprenditore troviamo anche i contributi INPS.