Omicidio di Serena Mollicone, la sentenza: tutti assolti

Sono andati tutti incontro all’assoluzione, gli imputati nel processo per l’omicidio della 18enne di Arce Serena Mollicone, uccisa nel 2011 e al centro di un giallo che si trascina da oltre vent’anni.

La sentenza è arrivata nella prima serata di venerdì, al termine di una camera di consiglio protrattasi per circa otto ore e che ha visto la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino assolvere il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Annamaria con la formula “per non aver commesso il fatto”. Assolti “perché il fatto non sussiste” il carabiniere di Itri Francesco Suprano e il collega Vincenzo Quatrale.


Serena Mollicone

Stati d’animo ovviamente opposti, per le parti in causa a vario titolo. I Mottola ad esultare in lacrime perché «è uscita la verità», i parenti della vittima che parlano di una «meschinità», sostenendo che la verità sia ben altra rispetto a quella fissata dalla sentenza in oggetto. All’uscita dal tribunale si sono registrati momenti ad alta tensione, con numerose persone che hanno iniziato ad inveire contro la famiglia Mottola, pesantemente insultata e a rischio aggressione, tanto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri.

La Procura di Cassino aveva chiesto 30 anni di reclusione per l’ormai ex comandante della Stazione dell’Arma di Arce Franco Mottola, 24 per il figlio Marco e 21 per la moglie Anna Maria, tutti accusati di omicidio in concorso. Per il carabiniere pontino Suprano, accusato di favoreggiamento, pendeva la richiesta di 4 anni di carcere. Nei confronti del luogotenente dei carabinieri Vincenzo Quartale, accusato di concorso esterno in omicidio e di istigazione al suicidio per la morte del brigadiere Santino Tuzi, la richiesta era stata di 15 anni.

«Questa Procura prende atto della decisione che la Corte di Assise nella sua libertà di determinazione ha scelto», recita una nota a caldo firmata dal procuratore della Repubblica di Cassino Luciano d’Emmanuele. «È stato offerto tutto il materiale probatorio che in questi anni tra tante difficoltà è stato raccolto. La Procura di Cassino non poteva fare di più. Gli elementi a sostegno dell’accusa hanno superato l’esame della udienza preliminare. Il contraddittorio tra le parti nel corso delle numerose udienze celebratesi davanti la Corte evidentemente ha convinto i giudici circa la non colpevolezza degli imputati. Sarà interessante leggere le motivazioni sulle quali si farà un analitico e scrupoloso esame per proporre le ragioni dell’accusa innanzi al giudice superiore. Questo Procuratore e tutti i Sostituti ringraziano la dr.ssa Siravo per il grande impegno che ha manifestato nel corso delle indagini e la giovane collega Fusco per l’attenta e scrupolosa partecipazione alle udienze».