Ponza revolution, l’isola e le speranze di De Luca

Riceviamo da Antonio De Luca e volentieri pubblichiamo gli ultimi versi che ha scritto. In Ponza revolution il poeta riflette sullo stato di abbandono in cui per troppo tempo è rimasta l’isola e allo stesso tempo esprime la speranza che i nuovi amministratori possano invertire una tendenza così triste, mostrando ancora una volta il profondo attaccamento con quella terra in mezzo al Mediterraneo, in cui affondano le radici di De Luca e che lo ha poi portato a diventare il cantore del mare nostrum.

Ponza revolution


Non mi dà tregua
quest’ isola

la deriva
degli uomini spietati

l’ordine terreno
inafferrabile e spettrale

mi ossessiona l’isola
la sua fine
la perdita l’oblio

il disfacimento
mi fa male

l’istinto della parola
le parole dopo le cose
sopra il mare primordiale
mi salveranno?

è ancora il greco
la lingua che a tutto provvede

dentro una bara che galleggia ascolta
muove le mani
Ismaele il vagabondo
clandestino racconta:
la lotta primaria
ciò che non è consentito apprendere l’indefinibile

solo la poesia rimane
il tempo fuori dal tempo
le innumerevoli esistenze

in questa piena civiltà
in questa natura offesa
un idea di isola
l’idea della bellezza
il bisogno primario
mi tiene in vita

un sogno ad alta voce
la condanna dell’anima