Concorsopoli Asl, ricostruite in aula tutte le tappe dell’indagine

Palazzo dell'Asl a Latina

Dal primo esposto a metà gennaio dell’anno scorso agli arresti, passando per l’analisi dei candidati alla selezione per 70 posti da assistente amministrativo alla Asl, con i punteggi alti assegnati a tanti figli e parenti di dipendenti dell’Azienda sanitaria e politici.

Davanti al Tribunale di Latina, nel processo sulla cosiddetta concorsopoli, che vede imputati l’ex senatore dem Claudio Moscardelli e i dirigenti sanitari Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, il luogotenente Maurizio Mazza, del Nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza, ha ripercorso tutte le tappe dell’indagine.


Gli accertamenti sono iniziati dopo una segnalazione di un autista del 118 ricevuta dalle Fiamme gialle il 15 gennaio 2018, a cui ha fatto seguito un esposto del consigliere regionale leghista Angelo Tripodi.

I candidati al concorso erano stati 2.906 candidati, alla prova scritta si sono presentati in 1.064 e all’orale su 310 soltanto 42 hanno ottenuto punteggi altissimi, 15 dei quali sono risultati parenti o affini di dipendenti dell’Asl.

I migliori sono stati infine 22 e 13 di loro, ha evidenziato il sottufficiale della Guardia di finanza, avevano legami con politici o personale dell’Azienda sanitaria.

Per gli inquirenti venne stretto un patto corruttivo tra Moscardelli e Rainone.

Il senatore avrebbe chiesto al dirigente sanitario di aiutare alcuni candidati e in cambio gli avrebbe promesso un suo interessamento per la nomina a direttore amministrativo.

Il luogotenente Mazza ha infine risposto alle domande su alcune intercettazioni che hanno riguardato l’ex manager Giorgio Casati e ha specificato che, dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti, l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato consegnò le chat con Moscardelli.

Prossima udienza, per ascoltare alcuni investigatori della squadra mobile, il 6 ottobre.