Riceviamo dallo scrittore ponzese Antonio De Luca e volentieri pubblichiamo:
Gennaro Valiante è nato nell’isola di Ponza, e qui vive da sempre. Ha più di 50 anni. Degli uomini di mare, quelli veri, non ho piacere conoscere l’esattezza degli anni. Preferisco pensarli senza tempo. Gennaro fa il pescatore. E conoscendolo fin da bambino, penso che non poteva fare altro.Il mare e il pesce se li porta nel sangue. Ma soprattutto quel bisogno di stare da solo in mezzo al mare, lontano da tutto e da tutti.
Ha uno stile di vita che ha consolidato nei suoi anni sul mare. Un uomo di Hemingway, un marinaio di London, un avventuriero di Coloane nei mari del sud. Un uomo che con la natura stabilisce un rapporto ancestrale. Torna primitivo per vivere una specie di genesi, un parto purificatore.
Il suo lavoro di pescatore mi affascina. Conosce i fondali senza mai esserci stato. Senza vederli. Conosce le oscurità del mare per vivere e portare il pane alla moglie e ai figli. Le sue storie mi trascinano in una letteratura che porta ossigeno al sangue. E fa vivere.
All’inizio andava a pescare con Silverio Silvestri. Un vecchio pescatore che si fece le ossa nei mari della Sardegna, della Corsica, e dell’isola della Galite in Tunisia. Conosco Silverio da anni. Un grande pescatore, uno che il mare lo ama lo rispetta.
Silverio rende grazie al mare che gli ha dato la vita. Inconsapevolmente, del mare Silverio ne ha fatto un dio.Come mio padre, benedetto e maledetto allo stesso momento. Metafora di un’esistenza.
Silverio, ultraottantenne, da anni denuncia preoccupato e addolorato che i pesci nel mare di Ponza sono finiti. Che bisogna creare delle zone di riproduzione ittica e mettere dei limiti ad una pesca indiscriminata e senza logica. Gennaro è cresciuto professionalmente e non solo, con quest’uomo. Silverio Silvestri, uomo di grande dignità, è stato il suo maestro. E anche a me, ha insegnato molto.
Gennaro, quando il mare permette, esce dal porto all’alba. La sua meta di solito sono le acque di Palmarola. Costeggia la costa sud di Ponza fino al Faro della Guardia. Poi prende il largo e si lascia il mondo alle spalle. E anche i pensieri dice lui.
Pablo Neruda, scrive nei suoi versi: quando il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri stiamo nel posto giusto. Da alcuni anni, lungo la costa sud di Ponza, tra la Punta della Madonna e Punta Fieno, Gennaro salva i piccoli del falco Pellegrino.
È maggio, e i genitori dei piccoli falchetti invitano con ogni maniera i piccoli a lasciare il nido e a farsi una vita loro. Ma spesso i piccoli non ancora bravi e forti a volare, vengono attaccati da stormi di feroci gabbiani.
I falchetti cadono in mare. Bagnati non riescono più a volare. Allora che i gabbiani lo circondano, lo beccano, lo uccidono e lo mangiano. Quando Gennaro vede in mare uno stuolo di gabbiani urlanti, capisce che qualcosa sta succedendo. Interviene e recupera il povero falchetto. Lo fa bere, gli dà un po’ del suo pranzo. Il piccolo falco si rasserena. Riprende forza e coraggio.
Gennaro mi racconta che si fa accarezzare, come se non volesse lasciare quella barca, quel nuovo amico. Lascia passare un po’ di tempo, poi Gennaro lo lascia sopra uno scoglio, e aspetta che il piccolo falco riprenda a volare.
Ma è ancora troppo piccolo per iniziare una vita tutta sua. Bisogna anche che la fortuna lo aiuti. La natura fa il suo corso quando la malvagità umana non interviene.
A Ponza ci sono circa 8 nidi di falchi pellegrini, due sulle rotte sud che Gennaro naviga ogni giorno. Il mio pescatore di Hemingway, Gennaro Valiante, nell’isola mediterranea di Ponza, ha imparato a parlare con i falchi.
Ho conosciuto molte persone che vivendo da sole con la natura, parlano con qualcuno che noi non vediamo o non capiamo. Come la cecità omerica o borghesiana. Colui che non vede, vede oltre. Vede, dove colui che vede, non vede.
I falchi gli devono la vita al pescatore Gennaro. E noi umani ai falchi dobbiamo il nostro vivere in armonia con la natura. Nei monti del Rif, nel nord del Marocco, ho conosciuto uomini solitari che vivono con i falchi. E i falchi con i loro amici uomini condividono la vita.
Nel nostro DNA hanno scoperto che il 2% è in comune con i nativi d’America. Quelli che vennero dalle pianure caucasiche e per 9000 anni vissero felici in armonia con la natura nei continenti al di là dell’oceano atlantico. Questa è una buona notizia. Si può migliorare. E Gennaro Valiante quel 2% lo tiene tutto.