Assoluzione piena per Franco Spinosa, già dirigente dell’Autorità di sistema portuale di Gaeta.
La Corte d’appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Cassino, lo ha assolto anche dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, l’unico reato per il quale era stato condannato in primo grado, oltre ad aver revocato ogni conseguente statuizione civile di condanna.
Il Tribunale collegiale di Cassino, il 6 febbraio 2020, nel processo denominato “Porto Sicuro” ha assolto tutti gli imputati, oltre alle società alle quali gli stessi facevano riferimento ed attraverso le quali avrebbero tenuto le condotte incriminate, da un corposo numero di imputazioni loro ascritte, che andavano dalla corruzione all’abuso d’ufficio, dalla rivelazione del segreto di ufficio a una serie di condotte volte alla turbativa d’asta, fino a una serie di falsi, eccetto un’unica imputazione relativa a Spinosa, quella per rivelazione di segreto di ufficio in occasione dell’indizione di una seduta del comitato portuale nel marzo del 2014, per la quale il dirigente era stato condannato a quattro mesi di reclusione ed alle conseguenti statuizioni civili.
Il pm di Cassino, che nel corso della requisitoria aveva chiesto per gli imputati principali condanne dai sette anni e mezzo ai sei anni di reclusione, ha fatto appello, chiedendo l’integrale riforma della sentenza assolutoria per buona parte dei numerosi capi di imputazione.
E a fare ricorso, contro la condanna, è stato anche Spinosa, tramite gli avvocati Alfredo Zaza d’Aulisio, Vincenzo e Matteo Macari.
La Corte d’Appello di Roma ha quindi assolto il dirigente perché il fatto non sussiste e ha respinto l’appello del pubblico ministero.
“Ci son voluti ben sette anni affinché io sia stato integralmente restituito alla mia dignità di pubblico funzionario e fedele servitore dello Stato”, ha fatto sapere Spinosa.