Condannato il geometra comunale accusato di aver preso mazzette per rilasciare permessi viziati, investendo poi il denaro nell’acquisto di droga.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, ha inflitto due anni e mezzo di reclusione a Nicolino De Monaco, principale imputato del processo scaturito dall’inchiesta denominata non a caso “Nico”.
L’imprenditore Aurelio Feola ha invece patteggiato la pena a due anni di reclusione.
Infine il pensionato Pietro Carrone e il 68enne romano Maurizio Ciucci, che non hanno optato per riti alternativi, sono stati rinviati a giudizio e la prima udienza per loro si celebrerà ad aprile dell’anno prossimo.
L’inchiesta che ha portato al processo è stata aperta, ipotizzando reati di corruzione e concussione, dal procuratore capo Giuseppe De Falco e dal sostituto Valentina Giammaria ed è stata portata avanti per sei mesi dai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale, dopo le informazioni fornite agli investigatori dall’allora segretario comunale Rosa Iovinella, che aveva ricevuto un esposto da una 72enne a cui sarebbe stata chiesta una mazzetta.
Per gli inquirenti, De Monaco avrebbe costretto la donna a consegnargli 4.550 euro per definire, con atti falsi, una pratica relativa allo scarico delle acque reflue e di condono edilizio.
Condoni e autorizzazioni false, in cambio di denaro, sarebbero inoltre stati promessi anche ai coimputati.