Turbativa d’asta.
Questa l’accusa con cui il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Chiara D’Orefice, ha indagato il sindaco di Minturno e presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli.
Stessa accusa per un finanziere di Formia, Marcello Arnone, l’ingegnere Laura Mancini e l’ex comandante della polizia locale di Minturno, Mario Vento.
Concluse le indagini preliminari, ai quattro è stato inviato il relativo avviso.
Ora potranno chiedere di essere interrogati e depositare memorie.
E trascorsi venti giorni il sostituto D’Orefice potrà chiedere il loro rinvio a giudizio.
Secondo la Procura di Cassino, nel settembre 2018, gli indagati avrebbero fatto in modo di assicurare illecitamente i lavori per la videosorveglianza a Minturno, finanziati dalla Regione Lazio, ad Arnone, ritenuto amministratore di fatto della società A.M. Tecnologia e sicurezza, ricorrendo a “un artificioso frazionamento” degli affidamenti, per un valore di circa 62mila euro.
L’inchiesta ha preso le mosse dalla più ampia indagine portata avanti nel 2015 dalla Dda di Roma sul Comune di Formia, relativa ad appalti a ditte in odore di camorra.
Intercettando Arnone, gli inquirenti ascoltarono una conversazione in cui Stefanelli gli parlava della videosorveglianza e di informazioni di cui aveva bisogno per il progetto.
Venne avviata la nuova inchiesta, in cui sono stati avanzati dubbi sulle determine fatte dall’ex comandante della polizia locale.
“Chiederò di essere ascoltato”, assicura Stefanelli, sicuro di chiarire la sua posizione.
Il sostituto D’Orefice aveva poi indagato anche su un’ipotesi di turbativa d’asta a Castelforte, ma per altri sei indagati ha chiesto l’archiviazione.