Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaca e attuale consigliera comunale di Formia, Paola Villa, l’ex capo di gabinetto Mario Taglialatela e il responsabile comunale dell’area economica e dell’ufficio personale Daniele Rossi, tutti accusati di abuso d’ufficio proprio per la nomina di Taglialatela.
Secondo il procuratore capo di Cassino, Luciano d’Emmanuele, la Villa e Rossi, violando la legge al fine di favorire Taglialatela, “legato al sindaco da rapporti di amicizia e di campagna elettorale”, adottavano il 24 luglio 2020 il decreto di nomina del capo di gabinetto, nonostante la legge preveda la collaborazione a titolo gratuito per un anno del personale della pubblica amministrazione in quiescenza come Taglialatela.
Per il procuratore, inoltre, al fine di aggirare i divieti normativi, il capo di gabinetto venne inquadrato nella categoria contrattuale C1, “di fatto remunerandolo per la qualifica propria del capo di gabinetto CD1”, con la previsione di un emolumento di ottomila euro l’anno.
Taglialatela è infine accusato anche di falso per non aver evidenziato di avere avuto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi.
Una vicenda su cui ha svolto indagini la Guardia di finanza di Formia dopo una denuncia presentata dall’avvocato e attuale consigliere comunale Pasquale Cardillo Cupo, all’epoca principale esponente dell’opposizione.
Ricevuto l’avviso di garanzia, l’ex sindaca Villa sostenne: “Il parere della Funzione pubblica è stato chiesto dal dirigente Rossi anche in accordo con me in qualità di sindaco, affinché si approfondisse la legittimità dell’atto. Poi il parere non parla di abuso di ufficio, ma di inquadramento dei compiti in cat. C. Anche Luigi De Santis fu capo di gabinetto di Sandro Bartolomeo sempre cat. C, era presente sempre Cardillo Cupo in opposizione, eppure non si sollevò alcun caso”.
E concluse: “Certo molto strano è anche che si è arrivati alla delibera di nomina di Mario Taglialatela con un parere preventivo dei revisori dei conti, che hanno dato un parere favorevole. E in giunta è stato ratificato l’atto dal segretario generale, che non ha detto nulla”.
Saltata la prima udienza per un problema di notifiche, a decidere sulle richieste di giudizio sarà il prossimo 17 maggio il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, davanti al quale gli imputati, difesi dagli avvocati Vincenzo Macari, Luca Scipione e Fabio Padovani, potranno fornire le loro spiegazioni.