Il Tribunale di Cassino ha assolto un imprenditore di Formia, accusato di violazioni fiscali, perché il fatto non sussiste.
Nonostante l’Agenzia delle entrate di Latina avesse riscontrato una detrazione fiscale tramite falsa fatturazione di importi elevati per centinaia di migliaia di euro per l’uomo, negli anni 2014 e 2015, il processo davanti al giudice del Tribunale di Cassino, Martina Di Fonzo, ha tracciato un quadro completamente diverso.
Il cinquantenne, difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, per il quale il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni di reclusione, è riuscito a dimostrare che le fatture portate in detrazione erano tutt’altro che false, essendo stata semmai la società emittente ad ometterne la regolare registrazione, causando così un disequilibrio contabile che insospettiva l’Agenzia delle entrate, facendo avviare dapprima gli accertamenti e successivamente la denuncia alla Guardia di finanza.
“Ancora una volta – ha commentato l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo – è emersa chiara in sentenza la differenza tra il sistema tributario, in Italia spesso fondato su mere presunzioni e deduzioni, e il sistema penale, nel quale invece la prova deve essere certa e rigorosa”.