Traffici di cocaina e hashish, “Diablo” è finito in prescrizione

Tutto prosciolti per intervenuta prescrizione o assolti.

Si è concluso così davanti al Tribunale di Latina il processo denominato “Diablo”, a distanza di ben 19 anni dalle prime indagini compiute dalla Guardia di finanza di Formia su un ampio giro di spaccio di cocaina e hashish, con Fondi come snodo principale.


Quell’inchiesta, fondata quasi integralmente su una montagna di intercettazioni, portò a 18 rinvii a giudizio.

Per gli inquirenti, tra il 2003 e il 2004, chili di hascisc e cocaina venivano acquistati a Milano, Roma, e Napoli da pregiudicati fondani, che nella Piana vendevano la sostanza stupefacente per indirizzarla al mercato locale e a quello di Cisterna di Latina e Sperlonga.

Un’indagine in cui venne anche ipotizzato che venissero usate le maniere forti nei confronti di chi non pagava la droga e che fosse stato anche tentato di mettere in piedi una stamperia di denaro falso, di rapinare tir e di ricettare carichi di merce rubata.

Vennero mandanti a giudizio i fondani Giuseppe D’Alterio, detto Peppe ‘o marocchino, considerato referente dei Casalesi nella Piana, il figlio Luigi, la moglie Anna Milazzo, il 38enne Luca Fabrizio, Alessio Ferri, già coinvolto anche nell’inchiesta antimafia “Damasco”, Francesco Pistillo, Pasqualino Marotta, Fabio Pannozzo, e un uomo del calibro di Carlo Zizzo, tutti di Fondi, Giuseppe Ciano, di Gaeta, Roberto e Gianluca Lorello, di Cisterna, Gianluca Risivi, di Lenola, Umberto Gori, di Sezze, poi deceduto, Matteo Baldascini, di Latina, Fabio Criscuolo, di Latina, Aldo Perrucci, di Napoli, e Antonio Smimmo, di Volla.

Il tempo trascorso non ha portato neppure a una sentenza di primo grado di merito.