Concorsopoli Asl, revocati i domiciliari a Moscardelli

Claudio Moscardelli

Libero. Dopo oltre sette mesi trascorsi agli arresti domiciliari, il Tribunale di Latina ha accolto l’istanza dell’avvocato Renato Archidiacono e revocato la misura all’ex senatore ed ex segretario provinciale del Pd, Claudio Moscardelli. E i domiciliari, come chiesto dall’avvocato Leone Zeppieri, sono stati revocati anche a Claudio Rainone, ex direttore amministrativo facente funzioni dell’Asl.

Una decisione presa al termine dell’udienza in cui, nell’ambito del processo sulla cosiddetta concorsopoli, che vede imputato anche il dirigente sanitario Mario Graziano Esposito, sono stati esaminati tra gli altri il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Latina, Silvia Cavalli, e l’ex direttore generale Giorgio Casati.


Rainone ed Esposito sono accusati di falso nella veste di presidente e segretario della commissione esaminatrice nel concorso pubblico per 70 assistenti amministrativi e di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Un reato quest’ultimo di cui, insieme a Rainone, per il secondo concorso, quello da 23 posti da amministrativo, è accusato anche Moscardelli.

Rainone, secondo gli inquirenti, avrebbe infatti rivelato i temi della prova orale a sei candidati, due dei quali a lui indicati dall’esponente del Pd. Una vicenda per cui i due imputati sono accusati anche di corruzione.

Per i magistrati, Rainone avrebbe fatto infatti le soffiate a Giuseppe Tomao, all’epoca dei fatti presidente dem del consiglio comunale di Minturno, e a Matteo Di Domenico, figlio della presidente dem del consiglio comunale di Gaeta, Pina Rosato, in cambio dell’interessamento di Moscardelli per la sua nomina a direttore amministrativo dell’Asl.

Il direttore generale Cavalli ha specificato che già prima di insediarsi aveva saputo che la Regione intendeva sospendere il concorso oggetto di contestazioni e indagini: “Mi dissero che mi sarei dovuta interessare immediatamente”. E ha poi ripercorso l’attività svolta fino ad arrivare alla revoca di quella selezione e le indicazioni ricevute dalla politica, Moscardelli in primis, affinché nominasse direttore amministrativo Rainone, cosa che non fece invitando invece quest’ultimo a dimettersi dall’incarico che ricopriva.

Il direttore generale ha anche specificato in aula le diverse anomalie che notò subito nel concorso e il particolare che non era stata neppure prevista una prova di informatica, nonostante “l’Amministrazione sia sempre più digitale nei suoi processi”.

“Mi venne anche assegnato un autista che, come mi fece notare durante una sua visita l’assessore Alessio D’Amato, essendo a lui già noto, aveva condanne penali ed era figlio di una Di Silvio”, ha aggiunto.

“Incontravo Moscardelli di frequente, anche ogni 2-3 settimane”, ha affermato invece l’ex direttore Casati.

“Mi vennero fatte delle segnalazioni sul concorso, ma il mio mandato era alla fine e non mi fu possibile fare qualcosa”, ha specificato.

L’ex direttore amministrativo Eleonora Di Giulio ha invece smentito pressioni per andare via da Latina, affermando che fu una sua scelta, essendo concluso il mandato di Casati e avendo avuto un’offerta dall’Asl di Frosinone.

Prossima udienza, per esaminare anche l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, l’8 aprile.