A giudizio due imputati accusati di aver raggirato un’anziana di Cori e la figlia disabile, mettendo le mani in soli quattro mesi sui risparmi di una vita, oltre 110mila euro, e lasciando le due donne alla fame.
Alla luce delle indagini svolte dal commissariato di Cisterna e della consulenza redatta dal commercialista Salvatore Percuoco, come chiesto dal pm Andrea D’Angeli, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, ha disposto un processo per Massimiliano Visca, 47 anni, di Monte San Giovanni Campano, e Loris Calicchia, 23 anni, di Veroli.
Le indagini sono scattate dopo una disperata richiesta di aiuto da parte di un’altra figlia dell’anziana, che si era accorta di movimenti sospetti sul conto corrente della donna.
Gli investigatori del commissariato di Cisterna, effettuate diverse perquisizioni, acquisiti documenti e compiute delle individuazioni fotografiche, hanno quindi identificato come autori di circonvenzione di incapace i due ciociari, entrambi senza un’occupazione fissa, salvando almeno il patrimonio immobiliare delle vittime.
In base alle indagini svolte, le due donne, una 85enne di Cori, deceduta nel frattempo, e la figlia di 61 anni, invalida e vittima di un’insufficienza mentale grave, erano state avvicinate a Frosinone da Visca, qualificatosi come avvocato e messo in contatto con l’anziana da un legale del frusinate interpellato dalla donna per dei problemi relativi alla gestione del suo patrimonio, che poi si sarebbe disinteressato della pratica per problemi di salute e avrebbe girato tutto al suo conoscente.
Calicchia si sarebbe presentato invece come collaboratore e autista del 47enne.
Le due donne, tra luglio e novembre 2017, sarebbero così state spinte a prelevare tutti i loro risparmi da un conto postale, oltre 110mila euro, girando quel denaro a Visca tra vaglia, ricariche Postepay e la consegna allo stesso di un carnet di assegni già compilati e firmati.
Al 47enne, in passato incappato anche in un’indagine dei Nas su un allevamento che gestiva a Monte San Giovanni Campano, era stata inoltre consegnata dalle due una procura generale, rilasciata con un atto fatto da un notaio di Gaeta, per consentirgli di gestire il loro intero patrimonio.
La 85enne sarebbe stata inoltre stata spinta persino a indebitarsi con una conoscente, facendosi consegnare 1.600 euro, da dare a Visca, “suo legale di fiducia che doveva sbloccare i suoi conti correnti”.
In quattro mesi madre e figlia erano così rimaste senza un centesimo e ridotte letteralmente alla fame.
Il processo inizierà il prossimo 22 novembre, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Fabio Velarsi, e la 61enne a cui è stato azzerato il conto si è costituita parte civile tramite l’avvocato Emanuele Vari.