Marina di Castellone, quale nuova vita dopo la confisca? Le proposte del centrosinistra

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Il ‘Marina di Castellone’ sarà presto assegnato al Comune di Formia, o almeno questo è quello che ci auguriamo. L’amministrazione comunale ha opzionato il bene nella recente Conferenza dei Servizi promossa dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati. Una manifestazione d’interesse, non un’assegnazione piena, quella sull’immobile che vede il Comune di Formia ‘concorrere’ con una seconda richiesta da parte dell’Agenzia del Demanio per conto delle Forze di Polizia. A decidere sull’assegnazione, proprio in virtù di questo, sarà infatti il direttivo dell’Anbsc in funzione del progetto presentato”. Così, in una nota stampa, Luca Magliozzi e Alessandro Carta (gruppo consiliare PD-DemoS-Forum progressista e di sinistra).

La lista dei beni confiscati alla criminalità organizzata in città è molto lunga, un totale di 32 beni di cui solamente 10 annessi al patrimonio comunale. Simboli dell’illegalità tornati a disposizione della collettività che in molti casi rappresentano e tengono in vita le tante esperienze di riutilizzo sociale, culturale e istituzionale. Beni confiscati come la villa in località Acquatraversa adibita all’assistenza di persone con fragilità e in parte all’accoglienza di donne richiedenti asilo, e gli alloggi confiscati ai Bardellino recentemente concessi al centro navale della Guardia di Finanza per la realizzazione di alloggi per il personale in servizio.


Luca Magliozzi

All’interno del quadro complessivo di gestione dei beni confiscati, adesso, si inserisce l’ex albergo Marina di Castellone. L’annessione al patrimonio comunale, la destinazione d’uso e il celere riutilizzo devono essere oggetto di discussione e al tempo stesso ottenere la più ampia condivisione. Questi i motivi che ci hanno spinto a richiedere l’inserimento tra i punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, oltre alla vaghezza della destinazione presente nelle ‘Linee programmatiche dell’amministrazione’. Un lavoro di copia e incolla piuttosto che una analisi approfondita del complesso immobiliare e della sua contestualizzazione nel centrale scenario cittadino”.

Cipriano Chianese

“L’obiettivo fondamentale che deve ispirare il progetto di riqualificazione è quello di riappropriarsi del rapporto con il mare e donare alla città una nuova terrazza sul golfo”, continuano Magliozzi e Carta. “Il vasto complesso immobiliare appartenuto all’ideatore dell’ecomafie Cipriano Chianese, infatti, se inserito in un quadro progettuale generale rappresenterebbe un utile strumento di sviluppo locale, alimentando la spinta culturale di Formia e contribuendo riqualificare un’area strategica per la città. Vista la sua ubicazione potrebbe rappresentare il terminal di un percorso archeologico che si estenderebbe dalle grotte di Sant’Erasmo passando per i Ninfei, ancora di proprietà della famiglia Ranucci che da diversi anni ha manifestato la volontà di donare il bene alla città.

Un bene di pregio che potrebbe essere destinato a polo museale-culturale, ospitando il Museo Nazionale, un museo virtuale della storia romana integrando il progetto regionale ‘Progetto Lazio antico’. Allo stesso tempo potrebbe essere sede distaccata di un centro di formazione universitaria in materie archeologiche. Nei piani superiori uno spazio polifunzionale in grado di ospitare conferenze, eventi, mostre e meeting, luoghi di cui la città ha impellente bisogno. E poi ancora spazi multimediali che andrebbero a soddisfare la richiesta di aule studio da parte dei tanti giovani del Golfo che si riversano sulla Biblioteca comunale. Un’occasione storica che non può essere persa”.