Mascherine all’aperto, ‘Latina nel cuore’: “Ordinanza da modificare”

L’ordinanza sulle mascherine all’aperto disorienta il cittadino e discrimina le attività commerciali, va modificata subito”.

E’ quanto si legge nella nota trasmessa questa mattina dai consiglieri comunali di Latina facenti parte del gruppo politico ‘Latina nel cuore’.


Il Comune di Latina

Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni, evidenziano infatti come la recente ordinanza a firma del sindaco Damiano Coletta per l’obbligo di indossare mascherine all’aperto, a fine di ridurre i contagi da covid-19, sia discriminatoria e fuorviante per i cittadini del capoluogo.

Il testo della nota:

In merito all’ordinanza sindacale n. 314/2021 sull’obbligo dell’utilizzo delle mascherine all’aperto per tutto il periodo natalizio firmata dal sindaco pochi giorni fa, non possiamo non evidenziare tutti i suoi limiti e incongruenze che sono talmente palesi che ci portano a fare due tipi di considerazioni, o chi l’ha pensata e scritta l’ha fatto giusto per dire di aver svolto il compitino, oppure c’è del sadismo; che ravvisiamo nell’incomprensibile scelta di indicare puntualmente le vie dove circola il virus, invece di indicare semplicemente “è fatto obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto, in tutti i luoghi della città a rischio assembramento”.

Semplice frase che avrebbe garantito maggior chiarezza per i cittadini nel rispettare l’ordinanza, (se c’è folla metto la mascherina, se sono da solo la tolgo); piuttosto che dover continuamente stare attenti alla toponomastica durante una passeggiata in centro. Semplice frase che avrebbe evitato inutili discriminazioni tra chi ha un’attività commerciale in zona pub e chi ce l’ha a piazza del quadrato, piazza della libertà o in tutti gli altri luoghi di aggregazione della città non contemplati nell’ordinanza. Alla luce dell’ulteriore impennata dei casi di contagio, chiediamo al Sindaco di modificare urgentemente l’ordinanza, per una maggiore tutela della salute dei cittadini e per fugare ogni dubbio da qualsiasi discriminazione territoriale“.