Iva non pagata, accolto il ricorso del Fisco contro il Comune

Accolto dalla Corte di Cassazione il ricorso dell’Agenzia delle entrate contro il Comune di Sabaudia.

L’ente locale rischia ora di dover pagare l’Iva per aver concesso ad Acqualatina il diritto d’uso della rete idrica, con relativo accollo da parte del gestore delle rate di ammortamento di un finanziamento erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti per gli investimenti relativi agli impianti affidati in gestione.


Il Comune ha sempre sostenuto che quell’operazione fosse esente Iva e, ricevuto un avviso di accertamento relativo all’anno di imposta 2011, lo ha impugnato, vedendo accogliere la sua tesi prima dalla commissione tributaria provinciale di Latina e poi da quella regionale.

Ma la Suprema Corte è di diverso avviso.

I giudici hanno sottolineato che le somme incassate dal Comune a titolo di “passività pregresse” assumono la natura di corrispettivo ai fini Iva e, come tali, devono essere assoggettate al tributo con l’aliquota ordinaria.

Di più: “L’accollo delle passività pregresse per l’ammortamento dei mutui accesi dal Comune per investimenti relativi ad impianti ed opere concessi in uso al gestore del servizio idrico integrato in forza della convenzione di gestione stipulata ha natura di corrispettivo per la prestazione di un servizio reso nell’esercizio di un’attività imprenditoriale ed è assoggettabile ad Iva”.

Accolto il ricorso, la Cassazione ha dunque rinviato il caso alla Commissione tributaria regionale del Lazio affinché, tenendo presenti i principi fissati dalla Suprema Corte, si esprima nuovamente sulla controversia.