“Abbiamo apprezzato l’iniziativa della Regione Lazio che ha convocato in questi giorni una audizione della Commissione Consiliare Ambiente. Il tema dell’area sensibile e la tutela del Golfo, quindi, tornano al centro di una discussione che, auspichiamo, abbia finalmente trovato la volontà della decisione. Una battaglia che non è di oggi, che risale al lontano 1994, e che ci ha visto politicamente sin da allora in prima linea e promotori, sia dentro le istituzioni che fuori, e che trova sintesi e proposta nell’atto deliberativo n.116 del 19 febbraio, che istituiva l’area sensibile del Golfo di Gaeta”. A parlare è il coordinamento di Formia di Articolo Uno, partito rappresentato da Maria Rita Manzo.
“Punto di forza di quella ormai storica delibera, oltre alla individuazione del nostro golfo come area sensibile, i conseguenti interventi dovuti quali la delocalizzazione degli impianti di acquacoltura, l’efficienza depurativa, il controllo e la lotta agli scarichi abusivi a mare e nei fossi ad esso efferenti non depurati, il disinquinamento del golfo, la salute del mare. Seguendo tale orientamento, stabiliva che gli impianti di depurazione dei reflui urbani degli agglomerati di Gaeta e di Formia dovevano essere adeguati entro il 22 dicembre 2015, in modo da assicurare il rispetto dei limiti di emissione stabiliti. Ridondante aggiungere che quella data non è stata rispettata e che ormai ogni rinvio è ormai inaccettabile. Tra le raccomandazioni e le prescrizioni, il divieto di nuovi impianti di attività di mitilicoltura e piscicoltura o ampliamenti degli impianti esistenti e la loro ricollocazione fuori dall’area sensibile e posizionati in modo tale che le correnti non convogliassero gli apporti inquinanti prodotti nella zona marina individuata come area sensibile”.
“Già nel 2006, un verbale di intesa (sottoscritto dalla Regione Lazio e i diversi comuni ed Enti interessati, tra i quali anche la Provincia) stabiliva di provvedere al posizionamento in off shore degli impianti, ribadendo l’obbligo di non incrementarli. A rafforzare la linea dello spostamento, una determinazione del 2015 della Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale,
Caccia e Pesca che, in applicazione della Delibera di Giunta Regionale n. 116 del 19.02.2010, stabiliva ancora una volta che gli impianti esistenti all’interno dell’area sensibile dovessero essere portati fuori dal perimetro che definiva l’area sensibile stessa e ubicati in aree in cui si escludesse che le correnti potessero convogliare gli inquinanti prodotti dagli impianti medesimi all’interno dell’area sensibile, in accordo a quanto previsto dal regolamento regionale 2009”.

“Non è difficile calcolare quanto tempo sia passato e da quanti anni stiamo seguendo questa vicenda, ritenuta, nell’ambito delle politiche ambientali del nostro territorio, senz’altro centrale e di grande importanza per la salute del mare, della nostra economia, dell’ambiente nel suo insieme del nostro territorio. Tra l’altro, non va mai trascurato un importante dettaglio: per la realizzazione concreta delle misure inerenti l’area sensibile furono stanziate, nell’ambito del Piano di Risanamento delle opere igieniche, promosso dall’assessorato Ambiente della Regione Lazio (giusta Del. Reg. 668/2007) somme pari a 3,6 milioni di euro, per la realizzazione e il completamento delle opere igienico sanitarie dei comuni all’interno dell’area sensibile del Golfo di Gaeta. Ciò per ribadire, tra l’altro, come quella delibera potesse essere a quel tempo del tutto operativa e in grado di attuare, data la copertura finanziaria, tutte le opere igienico- sanitarie necessarie al risanamento delle risorse, tra le quali l’adeguamento dei tre depuratori conferenti nel Golfo dai Comuni di Itri, Gaeta, Formia. Quei soldi furono, come è ormai noto, stornati, nel passaggio da una amministrazione regionale all’altra, lasciandoci appesi alla speranza vana di un ripristino di quei fondi”.
“In diverse occasioni, inoltre, abbiamo chiesto che fosse realmente realizzata una task force in materia di tutela delle coste e non rimanesse solo sulla carta. La riproponiamo e unitamente chiediamo perché non è stata mai istituita, come invece la delibera del 2010 suggerisce. E per rimanere ai fatti più recenti, la Regione Lazio ha pubblicato una delibera, la n.710, avente per oggetto Piani di gestione dello spazio marittimo. Certamente è per noi condivisibile l’intento di una pianificazione ma ci ha notevolmente sconcertato che sia stato tralasciato il tema dell’acquacoltura, rinviando a successive disposizioni. E ciò che ha più lasciato del tutto perplessi è l’assenza di qualsivoglia riferimento in quel Piano di gestione all’area sensibile. Avvisaglie non confortanti erano state già colte precedentemente, a proposito della famosa proroga di ulteriori 18 mesi delle concessioni che erano in scadenza il 31 dicembre del 2020 e che aspramente criticammo. Tutti atti che appaiono andare nella stessa direzione e dilatare nel tempo una decisione che, con tutta evidenza, stenta a prendere forma.

“Chiediamo con grande convinzione che, senza più indugio e senza più rimandare ad altri eventuali atti amministrativi, si avvii l’attuazione dell’area sensibile, con provvedimenti in grado di avviare le operazioni di delocalizzazione degli impianti”, dice Articolo Uno. “La Carta Regionale dovrà chiarire e definire con precisione le aree idonee per la localizzazione degli impianti, non altro; pertanto, al di là della definizione di tale documento, a nostro giudizio, si possono avviare le procedure, evitando ulteriori attese. Cogliamo l’opportunità che ci fornisce la discussione che si è riaperta in Regione per ribadire tra l’altro la necessità di un allargamento dell’area sensibile e di una sua estensione dal Garigliano al Circeo, tenendo conto che i laghi costieri della provincia di Latina siano già indicati con provvedimenti regionali come bacini di area sensibile. Ai nostri riferimenti politici in Regione e in Provincia rinnoviamo la richiesta di un impegno in tal senso, tenuto conto degli impegni che hanno preso la Commissione Ambiente nella sua seduta di audizione del 25 novembre 2021 e l’assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio e che ringraziamo. Fondamentale, però, l’impegno dei Comuni interessati e delle amministrazioni locali”.
“Manteniamo ferma la nostra determinazione e seguiremo con attenzione quanto verrà messo in campo, affinché non si rimanga fermi all’enunciazione come purtroppo è stato in questi anni”, concludono da Articolo Uno. “Riteniamo ogni eventuale rinvio incomprensibile e improponibile. Sul tema è in programmazione una nostra iniziativa pubblica, per fare informazione e ridare forza alla proposta di attuazione e completamento dell’area sensibile del Golfo e di disinquinamento del mare, una delle nostre più importanti risorse”.