Nell’ambito della costante attività di monitoraggio e prevenzione dei reati contro le donne e le vittime vulnerabili, mercoledì il questore di Latina Michele Spina ha emesso un ammonimento per stalking nei confronti di un 22enne residente a Terracina.
La vicenda scaturisce da un’istanza presentata dall’ex fidanzata presso il Commissariato di Terracina: “Rappresentava che dalla fine della relazione con il giovane, avvenuta lo scorso mese di aprile, questi per motivi di gelosia aveva iniziato a porre in essere comportamenti autolesivi e di violenza verbale e psicologica nei confronti della stessa, tali da ingenerarle uno stato di sottomissione e ansia causata dalle violente reazioni dell’uomo”, spiegano dalla Questura.
“La condotta stalkerizzante – continuano dal presidio ministeriale di corso della Repubblica – veniva altresì aumentata tramite l’invio di una quantità innumerevole di messaggi e chiamate telefoniche, ingenerando anche nella vittima sentimenti di colpa minacciando di togliersi la vita se non avesse ripreso la relazione sentimentale con lui, ovvero minacciando di far del male ad un ragazzo che riteneva stesse frequentando la donna”.
Al termine di una complessa istruttoria esperita dalla divisione Anticrimine e dagli agenti del Commissariato locale, riscontrate oggettivamente le dichiarazioni della parte offesa e dimostrato quanto i reiterati comportamenti molesti avessero ingenerato nella donna un forte stato di ansia e timori per la propria incolumità, tanto da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita, il Questore ha quindi emesso nei confronti dello stalker la misura di prevenzione dell’ammonimento, notificata in data odierna.
L’ammonimento è stato adottato in attuazione dell’art. 8 del D.L. del 23/02/2009 n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori. “Qualora dovesse riscontrarsi la reiterazione dei comportamenti alla base del provvedimento di ammonimento e, quindi, la violazione dello stesso, nei confronti dell’ammonito scatterà la denuncia d’ufficio per il reato di atti persecutori, punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni”, avvertono dalla Questura.