Bocciato il progetto del forno crematorio a Gaeta.
Il Tar di Latina ha annullato tutti gli atti con cui era stato dato il via libera all’opera, accogliendo il ricorso presentato dalla proprietaria di un terreno vicino a quello dove era previsto l’impianto.
Come sostenuto dalla ricorrente, tramite l’avvocato Luca Scipione, i forni crematori, in base alle norme vigenti, devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e ne è assolutamente vietata la realizzazione all’esterno degli stessi, come sarebbe stato nel caso dell’impianto in località Sant’Angelo a cui aveva dato l’ok, il 17 dicembre 2019, il consiglio comunale della città del golfo.
Una battaglia in cui la ricorrente è stata sostenuta anche dal Comune di Itri, dal Comitato Monte Bucefalo, dal Comitato San Martino e dall’Associazione del Quartiere Sant’Angelo di Gaeta.
La ricorrente è proprietaria di un terreno su cui si trova un’abitazione e un deposito di pertinenza oggetto di domanda di condono edilizio.
La donna, impugnando gli atti con cui era stato approvato il progetto del forno crematorio, ha evidenziato che la realizzazione dell’impianto avrebbe portato a espropri che avrebbero danneggiato i suoi immobili.
Poi, tornando alle norme in materia, ha sottolineato che in quella zona non esiste un cimitero e dunque il Comune di Gaeta non avrebbe potuto prevedere la realizzazione di un forno crematorio.
Una tesi che ha convinto i giudici.
L’area in questione ha assunto la destinazione cimiteriale dal 1973, quando venne deciso lo spostamento dell’attuale complesso cimiteriale monumentale di Gaeta dal centro urbano, ma il cimitero non è stato ancora realizzato.
“In conclusione – sostengono quindi i giudici – alla luce delle norme sopra richiamate, gli atti impugnati devono essere annullati in quanto prevedono la realizzazione di un crematorio in un’area ubicata in località Sant’Angelo in cui attualmente non è presente un cimitero”.
E il Comune di Gaeta è stato anche condannato a pagare tremila euro di spese e competenze del giudizio.