Terreni contesi, Sabaudia spera ancora e ricorre in Cassazione

Il Comune di Sabaudia

Non ha fine la battaglia sui terreni contesi tra Sabaudia e San Felice Circeo.

L’estate scorsa la Corte d’Appello di Roma, tornata a pronunciarsi sulla vicenda, ha riconosciuto la proprietà di San Felice su quei fondi, ma ora Sabaudia ha deciso di impugnare anche tale sentenza e si torna in Cassazione.


La sentenza d’appello ha aperto la strada a un maxi risarcimento per il Circeo e ha fatto finire in un limbo quanti hanno le proprie abitazioni tra Molella, Mezzomonte, Palazzo e Bagnara, in particolare per quanto riguarda gli accordi con cui tanti proprietari di quegli immobili hanno riscattato il diritto di uso civico, versando le somme previste a Sabaudia, i condoni concessi e pure la stessa attività antiabusivismo, portata avanti dall’ente della città delle dune.

L’odissea giudiziaria ha avuto inizio 18 anni fa, precisamente il 13 novembre 2003, quando il Comune di San Felice Circeo ha citato davanti al Tribunale di Latina il Comune di Sabaudia, sostenendo che l’assegnazione di alcuni terreni in precedenza appartenenti a San Felice, ottenuti da Sabaudia grazie al regio decreto con cui venne istituita la città delle dune, non equivaleva a un’attribuzione di proprietà, ma solo a un assoggettamento amministrativo di quelle terre al nuovo ente.

Una causa con cui il Comune di San Felice ha chiesto anche che tali terreni venissero dichiarati appartenenti al patrimonio disponibile dello stesso Comune del Circeo.

Nel 2008 la richiesta è stata rigettata dal Tribunale di Latina e sulla stessa linea si è mantenuta nel 2014 la Corte d’Appello di Roma.

Nel 2018 però la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di San Felice, evidenziando che l’assegnazione nel 1934 dei terreni contesi a Sabaudia non ha comportato anche l’attribuzione della proprietà degli stessi al nuovo Comune.

Un orientamento confermato quest’anno dalla Corte d’Appello di Roma, chiamata a pronunciarsi nuovamente sulla vicenda, precisando che i terreni di Mezzomonte, Molella, Palazzo, Pero Amaro, Infangane, Carnarola, Fornaci, Pantano del Lauro, Veronica, Cassone e Bagnara, tutti siti nella circoscrizione del Comune di Sabaudia, appartengono in proprietà esclusiva al patrimonio disponibile del Comune di San Felice Circeo.

Sembrava che dopo quel pronunciamento dovesse arrivare un reale accordo tra i due Comuni, ma così non è.

Quello di Sabaudia ha deciso di ricorrere nuovamente in Cassazione e quello di San Felice andrà a difendere le sue ragioni.

Un altro round. L’ennesimo.