Doppio lavoro, altra condanna per un assistente capo della penitenziaria

Il carcere di Latina

Nuovi guai per il 52enne Gianni Tramentozzi, già coinvolto nel 2019 nell’inchiesta Astice e Petrus, relativa a un sistema corruttivo all’interno del carcere di Latina che avrebbe consentito ad alcuni detenuti di far entrare in cella anche cibi pregiati e droga, e per tale vicenda condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione.

L’assistente capo coordinatore della polizia penitenziaria, sospeso dopo gli arresti compiuti dai carabinieri, è stato ora condannato anche dalla Corte dei Conti e dovrà risarcire 42mila euro al Ministero della giustizia.


La Procura contabile gli ha contestato un danno erariale relativo allo svolgimento di attività lavorativa extraistituzionale retribuita e non autorizzata, emerso a seguito di una condanna civile per un contenzioso su dei lavori edili effettuati a Roma.

I 42mila euro sono stati considerati la somma che Tramentozzi avrebbe percepito e non riversato all’amministrazione di appartenenza, svolgendo un doppio lavoro nonostante gli fosse vietato.

Le giustificazioni dell’assistente capo della Penitenziaria non hanno convinti i giudici.

La sua condotta è stata considerata infatti “senza dubbio caratterizzata dall’elemento psicologico della colpa grave, dovendo ben conoscere il pubblico dipendente i doveri derivanti dal rapporto di pubblico impiego, ivi compreso il regime delle incompatibilità”.