Ucciso dopo lite, condanna confermata per l’imprenditore

Sedici anni e otto mesi di reclusione per l’omicidio volontario aggravato del 27enne ristoratore di Minturno Cristiano Campanale e per il tentato omicidio del fratello di quest’ultimo, Andrea.

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna inflitta in primo grado – (qui le motivazioni della sentenza) nei confronti del commerciante minturnese Eduardo Di Caprio, 37 anni titolare di una rivendita di prodotti surgelati. Una conferma chiesta anche dal procuratore generale Vincenzo Saveriano.


I fatti si registrarono il 25 gennaio del 2019 a Scauri, portando ad esiti drammatici che provocarono un’ondata di choc anche nella vicina Formia, dove il ragazzo ucciso gestiva un locale situato in piazza Testa.

Perse la vita dopo che Di Caprio invase volontariamente con la sua Ford Fiesta il marciapiede di via Sebastiani dove lo attendevano i fratelli Campanale: Cristiano morì per essere stato colpito alla testa da un segnale stradale travolto dall’auto in corsa, subito dopo Andrea venne aggredito. Tutto, secondo le ricostruzioni, al culmine di un litigio iniziato per questioni economiche.