Clan ingaggiato per acquistare voti, al via il processo

Iniziato, davanti al Tribunale di Latina, il processo ai tre imputati accusati di aver acquistato e in un caso estorto voti a favore di Angelo Tripodi, estraneo all’inchiesta, durante la campagna elettorale del 2016, quando l’attuale capogruppo in Regione Lazio della Lega era candidato a sindaco di Latina, sostenuto da La Destra, Forza Nuova e tre civiche.

A giudizio Angelo Morelli, detto Calo, 35 anni, esponente dell’omonima famiglia di origine nomade, Ismail El Ghayesh, 23 anni, e l’imprenditore Roberto Bergamo, 33 anni.


Quando nel mese di giugno 2018 la squadra mobile arrestò 25 esponenti e gregari della fazione di Campo Boario del clan di origine nomade Di Silvio, dopo che l’Antimafia aveva ipotizzato la costituzione di un’associazione per delinquere di stampo mafioso, tra le ipotesi di reato spuntò fuori anche quella che la malavita avesse fatto affari due anni prima con le campagne elettorali per il rinnovo dei consigli comunali di Latina e Terracina.

E venne ipotizzato che fossero stati acquistati ed estorti voti a favore del candidato sindaco del capoluogo pontino Angelo Tripodi, che è opportuno ribadire non è tra gli imputati né risulta indagato per tale vicenda.

Su tali vicende i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli aprirono un’inchiesta autonoma, approdata nei tre rinvii a giudizio.

Per gli inquirenti, Bergamo, candidato al consiglio comunale e capolista di una delle liste a sostegno di Tripodi, la lista Olim Palus, e Morelli, nel giugno 2016 avrebbero promesso 30 euro per ogni voto.

El Ghayesh avrebbe invece cercato di estorcere denaro a un giovane a cui aveva venduto 15 grammi di cocaina e da cui reclamava la consegna di 1.500 euro, minacciandolo.

“Se entro il 10 non mi porti i soldi ti spezzo le gambe con la mazza e ti porto a refertare”, avrebbe detto l’indagato al giovane.

Poi gli avrebbe inviato degli sms: “Figlio di p… ti sei fatto la croce…te lo giuro, te devo sevizià, te devo fa rimpiangere il giorno che sei nato”.

Ancora: “Tanto te stanno a cercà pure a San Basilio. Ho messo una taglia, te trovo, te trovo, voi andà in Inghilterra, te taglio a pezzi”.

Infine il giovane, secondo la Dda, sarebbe stato costretto da El Ghayesh a votare per il candidato sindaco Tripodi e ad esprimere la preferenza per Bergamo.

A tal fine il latinense sarebbe stato accompagnato direttamente al seggio e dopo aver votato avrebbe dovuto dare prova di come aveva votato.

Sono state ammesse le prove e come chiesto dall’avvocato Giancarlo Vitelli, che difende gli imputati insieme ai colleghi Italo Montini e Alessia Vita, è stato inserito nella lista dei testimoni lo stesso consigliere regionale leghista Tripodi.