Permessi in cambio di mazzette, De Monaco sceglie il rito abbreviato

Il Comune di Latina

Il processo “Nico”, relativo a vicende di corruzione e concussione, con al centro un dipendente del Comune di Latina, si fa in tre.

A distanza di sei mesi dalle misure cautelari eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Latina, gli imputati hanno scelto strade diverse.


Davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, il geometra comunale Nicolino De Monaco ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, il pensionato latinense Pietro Cannone e il romano Maurizio Ciucci hanno optato per il rito ordinario, e l’imprenditore Aurelio Feola ha scelto di patteggiare la pena.

Il dipendente comunale, all’epoca dei fatti in servizio all’ufficio ambiente, è accusato di aver preso mazzette per rilasciare permessi viziati, investendo poi il denaro nell’acquisto di droga.

L’inchiesta è stata aperta dal procuratore capo Giuseppe De Falco e dal sostituto Valentina Giammaria ed è stata portata avanti per sei mesi dai carabinieri dopo le informazioni fornite agli investigatori dal segretario comunale Rosa Iovinella, che aveva ricevuto un esposto da una 72enne a cui sarebbe stata chiesta una mazzetta.

Il giudice Castriota ha accolto un patteggiamento a due anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per Feola, anche lui di Latina, e rinviato l’udienza all’8 febbraio, per giudicare con rito abbreviato, dunque allo stato degli atti, De Monaco e decidere se rinviare a giudizio Cannone e Ciucci.