Droga e armi, fondano condannato a 8 anni di carcere

Nel corso del processo di primo grado, svoltosi con rito abbreviato, il giudice del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone ha condannato il 46enne Luca Caporiccio a 8 anni di reclusione – e a una pena pecuniaria di 32mila euro. Il pregiudicato di Fondi era stato arrestato lo scorso aprile in un’operazione condotta dal Commissariato locale con l’ausilio delle unità cinofile: nella disponibilità dell'”Americano” – questo il soprannome con cui è noto Caporiccio – vennero rinvenuti 15 chili di droga e due armi.

Nello specifico, il blitz della polizia portò al sequestro di 5 chili di cocaina, 9 di hashish e oltre un chilo di marijuana, insieme a materiale utile al confezionamento degli stupefacenti, a 20mila euro in contanti e a due fucili calibro 12, il primo con matricola abrasa, l’altro risultato rubato in provincia di Salerno. Il materiale venne scoperto presso un residence lungo il litorale, suddiviso tra il giardino di un’abitazione ed il sistema fognario a suo servizio.


Nel corso dell’udienza l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, aveva chiesto per Caporiccio 10 anni di carcere. Alla fine, come anticipato, il gip ha inflitto due anni in meno. Inizialmente ristretto in carcere, di recente il 46enne è stato posto agli arresti domiciliari.

Il legale di fiducia, l’avvocato del Foro di Bari Leopoldo Di Nanna, ha preannunciato un ricorso in appello: “Ci aspettavamo senz’altro un epilogo processuale diverso. Dagli elementi portati in tribunale ritengo che non fosse possibile accertare con sicurezza la colpevolezza del mio assistito. Da quanto emerso, sono convinto che quella droga e le armi potessero appartenere a chiunque, e lo rappresenteremo a dovere anche nel prossimo grado di giudizio”.

Secondo Di Nanna, il materiale rinvenuto dalla polizia era occultato in un’area da ritenersi condominiale, e dunque in una zona che a suo dire non era di esclusiva pertinenza di Caporiccio. Linea tenuta anche nel processo appena conclusosi, ma che non è servita a evitare la condanna.