Condanna definitiva per l’operaio che, quattro anni fa, uccise Armando Martufi, gestore del centro ippico in località Fontana del Prato, a Cori.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Gabbar Singh, 40enne di nazionalità indiana.
L’imputato, condannato a 16 anni di reclusione in primo grado, con l’accusa di omicidio volontario, si è visto ridurre la pena, ora confermata dalla Suprema Corte, a 14 anni dalla Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Roma.
Lo straniero, secondo gli inquirenti, per dei dissapori legati a problemi di denaro che reclamava dalla vittima, il 31 dicembre 2017 ebbe un litigio con Martufi, lo colpì alla testa due volte con una forca e quest’ultimo, che aveva 55 anni, dopo due settimane di agonia all’ospedale “Goretti” di Latina morì.
I carabinieri rintracciarono e arrestarono l’operaio, che prima di fuggire aveva anche rapinato la vittima, impossessandosi di denaro contante e di una catenina d’oro.
Si era spostato prima a Sermoneta e poi ad Aprilia, dove venne bloccato.
Si giustificò dicendo che non gli era stata data la paga per tre mesi di lavoro e che per quei soldi aveva discusso con Martufi.