Il mare e la memoria negli ultimi versi di De Luca

Riceviamo dal poeta Antonio De Luca, di Ponza, e con piacere pubblichiamo:

Lo spazio interminabile


Che ci faccio qui
tra queste ipotesi
solo per vivere.

Io sono un poeta
di epoche diverse

di altri paesi.

La maretta mi tiene
tra gli scogli primigeni
a scomparire straniero

inquieto d’amore
nello spazio interminabile
mi trascino

il ferro come la spada
stringo
a prendere patelle

le mangio insieme ai pesci
noi dell’umana povertà
noi che apparteniamo al mare

la memoria è un sisma
dentro la roccia
dalle rughe umane

inerme
sulle alghe
la maretta di corrente
mi adagia

e sento l’universo.

Precedo a me stesso
ogni sorta di vita

Dagli anfratti marini
ascolto l’immaginabile

Il grande sudario del mare
come si distendeva
cinquemila anni fa

a tenermi in vita

In corsivo da Hermann Melville in Moby Dick