Dieci condanne per altrettanti imputati nel procedimento denominato “Touch & Go”, relativo a un’ampia indagine della Direzione distrettuale antimafia di Roma su un traffico di droga e armi nel sud pontino, che lo scorso anno portò a 22 arresti.
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, ha escluso l’aggravante mafiosa e condannato a 18 anni e mezzo di reclusione Domenico Scotto, a 16 anni e 8 mesi Raffaele Scotto, a 18 anni e 2 mesi Stefano Forte, detto Fortone, di Minturno, a 16 anni e 8 mesi Michele Aliberti, detto ‘o Russ, di Napoli, a 17 anni Amedeo Prete, detto Minchino, di Villaricca, a 8 anni e 4 mesi Carmine Brancaccio, detto Mino, di Napoli e residente a Minturno, a 3 anni Valentino Sarno, di Napoli, stessa pena per Massimiliano Mallo, di Napoli, e Walter Palumbo, di Napoli, e a 2 anni e 4 mesi Diego Camerota, detto Baffo, di Minturno, difesi tra gli altri dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Massimo Signore e Gianni Bove.
Un processo scaturito dalle indagini svolte dai carabinieri di Formia tra il 2015 e il 2018.
Il gruppo criminale, secondo la Dda, agiva sotto la guida di due fratelli provenienti dal quartiere Secondigliano di Napoli, i fratelli Scotto, che si erano pian piano imposti nel mercato delle sostanze stupefacenti nel basso Lazio, rifornendo le diverse piazze di cocaina, hashish, marijuana e shaboo, e arruolando spacciatori a Minturno, Formia, Gaeta e Sessa Aurunca.
Un gruppo che aveva scelto come base Scauri, nel Comune di Minturno, approvvigionandosi di droga a Napoli e in Spagna.