Narcotraffico tra Cori e Giulianello, chiusa l’inchiesta

Conclusa dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma l’inchiesta denominata “Alba Bianca”, relativa a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico che sarebbe stata costituita a Giulianello, frazione di Cori, da un gruppo di albanesi e che avrebbe fatto ricchi affari nel centro lepino sfruttando una elevatissima domanda di cocaina.

Il sostituto procuratore Valentina Giammaria ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per 14 indagati, contestando ben 104 capi di accusa.


I carabinieri hanno tratteggiato i ruoli all’interno del gruppo, con capi che gestivano il traffico e controllavano gli spacciatori, hanno individuato i luoghi dove veniva nascosta la sostanza stupefacente, sigillandola in delle buste e sotterrandola, e appurato che gli affari andavano talmente bene che non erano più sufficienti i pusher presenti in zona e ne erano stati fatti arrivare degli altri dall’Albania.

In due anni di indagini, i militari dell’Arma hanno monitorato decine di cessioni di cocaina, con locali pubblici e attività commerciali diventati punti di riferimento dati dagli spacciatori agli acquirenti, e pure consegne direttamente a domicilio.

Tutto tra Giulianello e Cori, nei pressi di piazza Signina e in diverse strade, comprese quelle del centro storico.

Piccoli imprenditori, commercianti e agricoltori, tutti sui 30-40 anni, si sarebbero indebitati pur di avere droga dai narcos.

Indagati gli albanesi Elton Kanani, Algert Kanani, Alfred Belba, Ermal Arapa, Klajdi Mata, Ardit Kapedani, Juri Macali, Vilajet Koci, Erald Kuka, Daniel Hysa, Fiorelo Kanani e Fjorab Cela, insieme a Francesca Coluzzi e William Giammatteo.

Per il sostituto procuratore Giammaria, gli albanesi avrebbero costituito, promosso e organizzato “una articolata e vasta organizzazione dedita alla vendita, offerta, cessione, distribuzione, commercio, acquisto, trasporto e detenzione” di cocaina.