Chiuse dall’Antimafia di Roma le indagini preliminari sul sistema di estorsioni e traffico di droga che sarebbe stato portato a lungo avanti a Latina dal clan Travali.
A distanza di quattro mesi dagli arresti, i pm Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli si preparano a chiedere 34 rinvii a giudizio.
Sotto accusa i fratelli Angelo e Salvatore Travali, Angelo Morelli, Francesco Viola, Vera Travali, Gian Luca Ciprian, Alessandro Zof, George Valeriu Cornici, Davide Alicastro, Ermes Pellerani, Cristian Battello, Fabio Benedetti, Costantino Cha Cha Di Silvio, Antonio Neroni, Antonio Giovannelli, Dario Gabrielli, Mirko Albertini, Giovanni Ciaravino, Silvio Mascetti, Alessandro Anzovino, Matteo Gervasi, Francesca De Santis, Antonio Peluso, Manuel Ranieri, Shara Travali, Valentina Travali, Giorgia Cervoni, Tonino Bidone, Riccardo Pasini, Luigi Ciarelli, Corrado Giuliani, Franco Della Magna, Denis Cristofoli e Carlo Ninnolino.
Per la Dda, alla luce delle indagini svolte dalla squadra mobile di Latina, il clan avrebbe costituito un’organizzazione dedita al narcotraffico, rifornendo di cocaina, hashish e marijuana le piazze di spaccio di Latina, Cisterna, Sezze e Aprilia.
A capo di tale organizzazione vi sarebbe stato Angelo Travali, aiutato dal fratello Salvatore, mentre i fornitori di droga sarebbero stati Ciprian, Cornici, Zof e Luigi Ciarelli.
Nonostante l’assoluzione definitiva nel processo Don’t touch, l’Antimafia ritiene inoltre che Travali ricevesse soffiate sulle indagini in corso dal poliziotto Ninnolino tramite Pasini, in cambio di denaro.
Diverse quindi le estorsioni contestate, comprese quelle ai titolari di negozi di griffe del centro di Latina e ad alcuni avvocati.
I fratelli Angelo e Salvatore Travali sono infine accusati dell’omicidio di Nicolas Adrian Giuroiu, in quanto per gli inquirenti avrebbero fornito le armi e supporto logistico agli esecutori materiali del delitto, compiuto a Latina l’8 marzo 2014, al fine “di agevolare l’associazione a delinquere facente capo a Costantino Di Silvio detto Cha Cha e ai fratelli Travali”, rafforzando “all’esterno la forza criminale attraverso la partecipazione ad un’azione omicida voluta da soggetti vicini al gruppo, così dimostrando di disporre di armi, di utilizzarle in fatti di sangue e di esercitare il controllo sulle azioni criminali di maggiore rilevanza”.