La protesta ha funzionato.
Avviata la campagna vaccinale nelle carceri del Lazio, era rimasto incredibilmente escluso il personale civile di tali strutture, nonostante il commissario all’emergenza Covid avesse dato indicazioni diverse.
La Confsal-Unsa ha subito protestato e ora la Regione ha garantito a tutti il farmaco contro il Covid.
“Immediatamente accompagnato dal segretario regionale Enrico Genovi – ha dichiarato appena esploso il caso il segretario provinciale del sindacato, Quirino Leomazzi – mi sono recato presso la Casa Circondariale di Latina come luogo simbolo, improvvisando un’assemblea di protesta contro tale irragionevole decisione.
Giunti sul posto, da un primo scambio di comunicazione, ci si è subito resi conto della completa immobilità su tale decisione da parte degli operatori Asl competenti.
Siamo stati costretti, nostro malgrado, a rivolgerci ai Responsabili della Sanità del Lazio e a quelli del Dipartimento della Prevenzione della Asl di Latina, avvisando di essere pronti a denunciare questo fatto increscioso alla Procura delle Repubblica di Latina in caso di mancata osservanza della direttiva“.
E la risposta non si è fatta attendere.
Vaccinati infatti anche i 15 dipendenti civili del carcere di Latina.
“Un’altra grande vittoria dell’Unsa in difesa del diritto più prezioso: la salute dei lavoratori”, commenta soddisfatto Leomazzi.
Un diritto che, grazie alla protesta a Latina, è stato garantito anche ai dipendenti civili delle altre strutture penitenziarie della regione.