Indagando sulle famiglie di origine nomade che da anni hanno messo radici a Latina, tra traffici di droga, estorsioni, usura, omicidi e pestaggi, l’Antimafia di Roma sta da tempo cercando riscontri anche a una serie di informazioni fornite dai pentiti relativamente agli affari criminali portati avanti ad Aprilia.
Agostino Riccardo, in particolare, ha riferito agli inquirenti dei rapporti che avrebbe avuto il clan Travali con Sergio Gangemi, già condannato in primo grado per l’attentato a colpi di kalashnikov ai danni di un imprenditore romano, e Patrizio Forniti, imputato per la stessa vicenda.
Ha parlato di incontri tra lui, Angelo Travali detto Palletta e lo stesso Forniti in un noto ristorante apriliano, dove avrebbero parlato di droga pasteggiando a champagne.
“Le forniture – ha detto – quando gli accordi erano assunti con Forniti erano di 3-4 chili di cocaina al mese e poi si è arrivati a 8 chili di cocaina al mese, oltre a fumo ed erba”.
Ancora: “Fino all’operazione Don’t touch Angelo portava fino a 150mila euro ogni 15 giorni a Forniti, tutti ricavati dalla vendita della droga. Ricordo che una volta Angelo ricevette da Gangemi Sergio una valigia contenente molti Rolex che, secondo quanto dettoci da Gangemi, erano di Forniti. Non ci è stato richiesto immediatamente il pagamento perché i rapporti tra noi, Gangemi Sergio e Forniti erano molto stretti”.
Forniti è stato definito dal pentito “il re indiscusso della droga sull’agro pontino”.
“La maggior parte delle persone che spacciano droga da Aprilia fino a Fondi lavorano per lui”, ha specificato.
Affermazioni che hanno fatto allargare il campo degli accertamenti al litorale romano: “Anche Romano Malagisi, quando io e Renato gli togliemmo 250 grammi di cocaina ci disse che si riforniva da Forniti”.
Di più: “Per quanto a mia conoscenza, gli affari del gruppo Gangemi, Forniti, Fusco, oltre alla droga, si realizzano attraverso l’evasione fiscale, i supermercati, le auto e i fiori”.
Diversi inoltre i riferimenti ai Nicoletti di Roma e a un misterioso uomo di Aprilia, detto “Il Secco”, da cui i Travali si sarebbero riforniti di armi in grande quantità.