
Due anni e mezzo di reclusione.
Questa la condanna inflitta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, a Luca Di Pietro, imputato nel processo “Commodo”, relativo a una associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, all´estorsione, all’autoriciclaggio, alla corruzione e ai reati tributari.
L’imputato, presidente della cooperativa Agri Amici, arrestato due anni fa dalla Polizia, secondo gli inquirenti si occupava del trasporto dei braccianti, in larga parte extracomunitari, e di vigilare su di loro.
Ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e per lui il pm Giuseppe Miliano aveva chiesto quattro anni di reclusione.
Il dipendente dell’Ispettorato territoriale del lavoro, Nicola Spognardi, accusato di aver aiutato la Agriamici ad eludere verifiche e controlli in cambio di denaro, ha invece chiesto e ottenuto un patteggiamento a un anno e quattro mesi.
Gli altri imputati, il sindacalista Marco Vaccaro, all’epoca dei fatti impegnato con la Fai Cisl, Luigi Battisti, di Latina, titolare della cooperativa Agri Amici, Daniela Cerroni, di Priverno, e Chiara Battisti, di Latina, hanno scelto invece il rito ordinario e il processo per loro è in corso davanti al Tribunale di Latina.
Gli imputati, secondo gli inquirenti, reclutavano e sfruttavano stranieri centrafricani e rumeni, distribuendo illecitamente manodopera, tramite la coop Agri Amici, a centinaia di azienda agricole committenti, monopolizzando il settore nelle provincie di Latina, Roma, Frosinone e Viterbo.
Gli stranieri sarebbero stati traportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati, privi dei più elementari sistemi di sicurezza, e costretti ad affrontare una giornata lavorativa di almeno 12 ore a fronte di una retribuzione inferiore alla metà della paga prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.
You must be logged in to post a comment Login