«La scuola ha bisogno di un piano che preveda investimenti in strutture edilizie, infrastrutture e un potenziamento di organici e vaccini». Lo sostiene la coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, ricordando che il 7 marzo è scaduto il termine per la prenotazione del vaccino anti Covid-19 per docenti e personale scolastico.
«Non tutti sono stati vaccinati – denuncia la Giovannini – anzi, solo una minima parte lo è stata. Il tempo per la prenotazione, dal 23 febbraio al 7 marzo, non è stato sufficiente e i vaccini Astrazeneca dedicati al personale scolastico si sono esauriti in provincia di Latina già dai primi di marzo, tanto che in molti si sono dovuti mettere in viaggio verso Roma per effettuare il primo richiamo. Al riguardo la segretaria della Gilda chiarisce che al netto delle controindicazioni successive alla somministrazione della prima dose, molti docenti e Ata hanno desistito dal prenotare per difficoltà a raggiungere la capitale».
«E’ inoltre rimasto escluso dalla vaccinazione – continua Giovannini – il personale individuato come fragile per patologie che non rientrano nei codici previsti dalla Regione. Infine, c’è una numerosa fetta di insegnanti, Ata e dirigenti scolastici che quotidianamente viaggia verso la nostra provincia, senza le adeguate tutele: si tratta per buona parte di lavoratori residenti in Campania, ma in servizio nel Lazio, per i quali nessuna delle due Regioni ha previsto un piano di vaccinazione. Anche loro non si sono potuti vaccinare».
Nell’incontro con l’Ufficio scolastico regionale e la Regione Lazio avvenuto i primi di marzo, la Gilda ha rappresentato i casi per cui nulla è stato ancora organizzato: «Per il momento non ci è stata data alcuna risposta esauriente, anche per via dell’assenza al tavolo dell’assessore alla Sanità» sottolinea la coordinatrice del sindacato pontino. «Nel frattempo sono terminati i vaccini e con essi la possibilità di intercedere per risolvere questa falla».
«Ad oggi – segnala ancora Giovannini – nonostante ripetute richieste non ci sono stati forniti i dati relativi alle vaccinazioni fatte in provincia di Latina, ma abbiamo ragione di credere che la percentuale di vaccinati si aggiri intorno al 30-40%. Alla luce di ciò, come si può pensare di continuare l’attività didattica in presenza e in effettiva sicurezza nelle scuole? Non dimentichiamo che i contagi da variante inglese sono in crescita costante e in mancanza di prevenzione e organizzazione non sarà possibile contenerli, soprattutto nelle scuole dove il rischio è più alto per la presenza dei giovani che in questo momento risultano essere i più colpiti dal virus».
«Se si fosse maggiormente investito in strutture e infrastrutture, nel digitale, nei trasporti, negli organici – conclude la sindacalista – forse non saremmo arrivati al punto in cui l’unica soluzione percorribile sembra essere la Dad».