Slitta la decisione sui 22 imputati nell’inchiesta “Smokin’ fields”.
Sfruttando referti rilasciati da un laboratorio analisi compiacente, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Roma rifiuti inquinanti sarebbero stati spacciati per compost con cui fertilizzare i terreni e sarebbero stati sotterrati in diversi fondi agricoli a Pontinia, Maenza, Sabaudia e Cori, in provincia di Latina, Roma e Ardea.
Una serie di illeciti, quelli contestati dagli inquirenti, che vedono al centro l’azienda di compostaggio Sep di Pontinia, su cui si sono concentrate le indagini dei carabinieri del Nipaaf e della polizia stradale di Aprilia, culminate con il sequestro di tre aziende, terreni e automezzi, oltre a un milione di euro considerato il frutto degli affari proibiti che avrebbero fatto fumare i campi agricoli, come evidenziato nel nome scelto per l’inchiesta.
Mancando alcune notifiche agli imputati, il giudice Gerardi ha però dovuto rinviare l’udienza preliminare al prossimo 21 aprile.
A rischiare il rinvio a giudizio diciotto persone e quattro aziende, ovvero la Sep di Pontinia, la Sogerit sempre di Pontinia, e le romane Demetra e Adrastea.
I pm antimafia Alberto Galanti e Rosalia Affinito hanno chiesto un processo, tra gli altri, per Vittorio Ugolini, noto imprenditore impegnato nel settore dei rifiuti, e il figlio Alessio, al timone della Sep, per l’ex dirigente regionale Luca Fegatelli, già coinvolto nel processo “Cerronopoli” e diventato consulente di Ugolini, e per Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri, che analizzava il compost.
Potranno costituirsi parte civile il Ministero dell’ambiente, la Regione Lazio, i Comuni di Roma, Ardea, Pontinia, Cori, Maenza e Sabaudia, i comitati di Pontinia e i cittadini di Ardea che, nel 2018, notando uno strano traffico di camion e odori nauseabondi provenienti dai campi in via Montagnano, tramite l’avvocato Francesco Falco presentarono subito un esposto alla Procura di Velletri.