Sanità, Simeone (FI): “Screening oncologici e prevenzione, troppi ritardi”

I ritardi accumulati sugli screening oncologici e per la prevenzione rischiano di far pagare un prezzo altissimo, in termini di vite e di tardive diagnosi, che non possiamo permetterci. L’emergenza Covid-19 in tal senso non può e non deve essere un alibi per giustificare un sistema, quello sanitario, già segnato da troppe lacune sotto il profilo dell’organizzazione e delle risorse estremamente precario e debole. L’emergenza pandemica e il lockdown hanno sospeso le prestazioni creando i presupposti di un’altra grande emergenza, i cui effetti li vedremo di qui a poco, cancellando di fatto quelle diagnosi precoci che nel caso di patologie e disfunzioni cardiache e di malattie oncologiche, come le il tumore all’utero, alle ovaie, l’HPV, il carcinoma al seno, e sono solo esempi, sono indispensabili per la cura e per salvare la vita delle persone”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione regionale sanità, Giuseppe Simeone

Giuseppe Simeone, consigliere regionale del Lazio

“La prevenzione, oncologica e non, non può essere un’opzione è, e deve restare, un asset fondamentale del nostro sistema sanitario, anche e soprattutto in periodo di crisi. Se si fosse attuato a tutti i livelli il piano delle cronicità e una corretta gestione delle liste di attesa molta sofferenza si sarebbe potuta evitare. Oggi, infatti, nel Lazio si muore e purtroppo, non solo di Covid. Ci sono delle evidenti lacune strutturali, sul piano diagnostico, proprio nel settore degli screening che vanno colmate prima possibile nella consapevolezza che la pandemia non terminerà nell’immediato, e non è accettabile affidarsi alla speranza di non ammalarsi o di non aggravarsi, per sopravvivere. Non si può attendere la fine dell’emergenza Covid per il potenziamento di queste attività. Bisogna intervenire subito sulle prestazioni sanitarie oggetto di gravi ritardi registrati nell’ambito della prevenzione. Da mesi sollecito un intervento da parte della regione Lazio in tal senso ma nulla è stato fatto. Per queste ragioni, raccogliendo i tantissimi appelli che continuano ad arrivare dai cittadini, ho depositato una mozione con la quale si impegna il presidente Zingaretti a rafforzare le attività di screening a livello regionale, ad attivarsi per riorganizzare e recuperare gli esami sospesi, poiché una diagnosi tardiva di tumore influisce negativamente sulla prognosi della malattia, a ridisegnare il sistema sanitario regionale puntando su centri diagnostici collocati sul territorio che possano erogare servizi continuativi a disposizione dei cittadini per abbattere le liste di attesa, a potenziare i servizi territoriali (ospedali di comunità, case della salute, servizi domiciliari, consultori, ambulatori, centri specialistici) e ad ampliare gli screening oncologici basati sulle fasce di età della popolazione. Il rallentamento e il ritardo nella diagnosi, negli screening, nei trattamenti e nel follow up hanno effetti negativi sul percorso di cura e sulle probabilità di debellare il tumore, nonché sul vissuto psicologico dei pazienti e dei loro familiari e caregiver. Per far fronte a questa situazione non bastano le enunciazioni di principio perché siamo già fuori tempo massimo”.