Nomina di Taglialatela, arrivano tre avvisi di garanzia

Tre avvisi di garanzia a Formia per la nomina di Mario Taglialatela a capo di gabinetto.

Il procuratore capo di Cassino, Luciano d’Emmanuele, concluse le indagini preliminari affidate alla Guardia di finanza di Formia, ha fatto recapitare i relativi avvisi all’ex sindaco Paola Villa, allo stesso Taglialatela e al responsabile comunale dell’area economica e dell’ufficio personale Daniele Rossi.


I tre sono indagati con l’accusa di abuso d’ufficio e l’ormai ex capo di gabinetto anche per falso.

La vicenda riguarda la contestata nomina, davanti alla quale le opposizioni sollevarono una serie di dubbi e l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, principale esponente dell’opposizione, dopo essersi sentito rispondere che era tutto perfettamente in regola e che i suoi rilievi erano privi di fondamento, presentò una denuncia alla Procura di Cassino e segnalò il caso anche alla Corte dei Conti ipotizzando un danno erariale.

Cardillo Cupo, di Fratelli d’Italia, ha sostenuto che Taglialatela non poteva essere nominato capo di gabinetto essendo un dipendente pubblico da tempo in pensione, e che era stato inquadrato con un livello funzionale, economico e contrattuale, inferiore rispetto ai suoi più stretti collaboratori e componenti del gabinetto del sindaco.

Il sindaco Villa aveva invece rivendicato la legittimità di quella nomina, avallata da Rossi, definendo “destituita di ogni fondamento la critica politica avanzata da parte delle minoranze nei confronti di un professionista unanimemente stimato e che aggiunge alla competenza oggettiva una dose umana caratteriale che sicuramente darà un concreto contributo alla macchina amministrativa”.

I dubbi di Cardillo Cupo, dopo le indagini svolte dalle Fiamme gialle, sembrano però gli stessi della Procura.

L’ex sindaco Villa, Taglialatela, a cui viene contestato anche di aver dichiarato il falso sull’assenza di cause di incompatibilità, e Rossi hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie e chiedere di essere interrogati.

Poi il procuratore d’Emmanuele potrà chiedere per loro il rinvio a giudizio.