Tutti liberi gli indagati per l’attentato ai danni della consigliera comunale Maria Grazia Ciolfi.
Dopo che il Tribunale del Riesame ha disposto la liberazione del presunto mandante, Gianni Mastrostefano, 42 anni, di Latina, dipendente di un’azienda della zona e alle ultime elezioni amministrative candidato con la civica Lista Calvi, per decorrenza termini è stato scarcerato anche il presunto esecutore materiale Valentino Mandrelli, 32 anni, di Velletri, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e spaccio di droga.
Sui due pende intanto richiesta di giudizio.
L’11 settembre 2019 venne appiccato un incendio all’auto del marito della consigliera comunale e i carabinieri, analizzando le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza della zona, riconobbero in un uomo che si vedeva nei filmati Mandrelli.
Il 14 ottobre il 32enne venne quindi convocato dai militari dell’Arma in caserma a Velletri e gli investigatori notarono che indossava le stesse scarpe da ginnastica dell’autore del rogo.
Il 17 ottobre i carabinieri perquisirono l’abitazione di Mandrelli e quest’ultimo alla fine consegnò loro gli abiti utilizzati la notte dell’intimidazione alla Ciolfi e confessò.
Il 32enne riferì ai militari di essere stato incaricato di bruciare l’auto da un uomo di Latina che non conosceva prima, specificando anche il modello di auto utilizzata da quest’ultimo, i luoghi dove si erano incontrati e il sopralluogo nei pressi dell’abitazione della consigliera comunale prima dell’attentato.
Mandrelli aggiunse di aver ricevuto 250 euro per compiere l’intimidazione e che gli era stato anche ordinato di lasciare vicino al suv dell’amministratrice comunale dei fogli con scritto: “Assessore Ciolfi hai rotto il cazzo a fare lo sceriffo, pensa che hai una bella famiglia e la prossima volta nella macchina potresti stare tu nel mare”.
L’indagato infine precisò di non aver lasciato quei messaggi temendo di compromettersi troppo, ma affermò di aver saputo dal mandante dell’attentato il movente di quel gesto, relativo alla mancata autorizzazione al latinense a mettere gli ombrelloni sull’arenile antistante il proprio appezzamento di terreno sul litorale di Latina.
Sentiti alcuni testimoni, i carabinieri individuarono Mastrostefano come mandante dell’intimidazione.
E le intercettazioni telefoniche e ambientali, unite all’analisi dei tabulati telefonici, fecero il resto.
La Ciolfi, frequentando uno stabilimento balneare in via Valmontorio vicino alla proprietà di Mastrostefano, aveva avuto notizie da altri clienti su lavori abusivi eseguiti dal 42enne, aveva riferito della vicenda ai colleghi e la polizia locale aveva poi effettuato un controllo, facendo scattare una denuncia per abusivismo edilizio.
Dopo gli arresti e tornati gli indagati in libertà, l’inchiesta seguita dal sostituto procuratore Valentina Giammaria sta ora per approdare in tribunale.